Terme all’asta, nessuna offerta per i beni della società: entrano in scena Regione e Comune?

Nessuna offerta di acquisto per i beni strategici delle Terme di Montecatini. Martedì, infatti, è scaduto il termine di presentazione delle domande per partecipare alla procedura di gara con un’offerta minima, non ribassabile, di circa 42 milioni di euro. Il commissario giudiziale Alessandro Torcini, di concerto con il tribunale fallimentare, dovrà adesso decidere se indire una nuova gara, con il prezzo complessivo più basso (con una riduzione del 30% dell’offerta si scenderebbe così a 28 milioni di euro), o vendere le Terme a “pezzi”.
Il destino delle Terme è già quindi delineato con l’omologa del concordato: si arriverà alla vendita in lotti con le offerte irrevocabili di Comune e Regione per acquisire quella parte di immobili che debbono essere salvaguardati. Questo sarebbe lo “spezzatino” con coinvolgimento degli enti pubblici che garantirebbero una salvaguardia dei beni termali.
A dicembre dello scorso anno, la Regione ha approvato una legge che consentirà al socio di maggioranza delle Terme di presentare un’offerta da 17,5 milioni di euro per l’acquisto di Tettuccio, Regina, Redi ed Excelsior. Il Comune, da parte sua, è pronto a presentare un milione e mezzo per l’acquisto della Torretta. Infine, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha presentato una manifestazione di interesse per le Terme, in particolare per lo storico stabilimento Tamerici.
Da questa soluzione resterebbero esclusi lo stabilimento Salute e il cantiere Leopoldine, che è stato la causa di tutti i mali che stanno travagliando da anni le nostre Terme.