Parole della domenica, quegli ospiti illustri innamorati segreti di Montecatini
Ci sono ospiti speciali che scelgono Montecatini per cure termali o per periodi di riposo in un ambiente ritenuto ideale. Spesso i loro soggiorni rimangono del tutto inosservati e, in alcuni casi, se ne viene casualmente a conoscenza. Così è stato per Alexander Gintsburg, il “padre” del vaccino Sputnik V. Intervistato dalla trasmissione di Rai3 Report, lo scienziato russo ha confidato di conoscere l’Italia, perché da ben quindici viene in vacanza a Montecatini, praticando, come tanti suoi concittadini, le cure termali con piena convinzione di ottenerne benefici.
Per Montecatini è naturalmente un ottimo biglietto da visita avere tra i suoi clienti termali il direttore dell’istituto di ricerca Gamaleya, conosciuto in tutto il mondo per la realizzazione del vaccino Sputnik V. Se uno scienziato del suo calibro crede nel valore curativo delle acque termali, allora anche i più scettici possono cominciare a ricredersi. Potrebbe essere questa una scelta per ripartire dalla qualità di certi turisti e dal meglio che la città è capace di offrire, anche se spesso non ce ne accorgiamo.
Ma non è la prima volta che casualmente si viene a conoscere che un personaggio famoso frequenta Montecatini perché “innamorato” della città. Qualche anno fa, sempre grazie ad un’intervista, si venne a sapere che Mick Hucknall, leader del gruppo musicale Simply Red, veniva in vacanza a Montecatini perché innamorato della sua natura. Fu anche invitato dal Comune e venne ricevuto in grande stile. Peccato, però, che il cantante inglese abbia scelto di vivere in Sicilia, dove produce vino e non nel verde della nostra città.
Altri personaggi frequentavano ogni anno Montecatini per i colori straordinari del parco termale in autunno: erano Claretta Agnelli e il conte Giovanni Nuvoletti. Era abbastanza frequente vederli camminare a braccetto sui viali coperti di foglie dai mille colori.
Tornando allo scienziato Alexander Gintsburg, l’ex-deputato Eduardo Fanucci, oggi consigliere comunale di Italia Viva, ha proposto di conferirgli l’Airone d’oro in considerazione della sua autorevolezza, della sua notorietà e, soprattutto, della sua meritoria attività di ricerca scientifica e medica riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Fanucci ha anche ricordato che, nel marzo 2012, Svetlana Medvedeva, moglie dell’ex presidente e Primo ministro russo Dmitrij Medvedev ha visitato Montecatini Terme. trascorrendo giorni di relax e benessere alle terme, accolta con tutti gli onori del caso dall’allora sindaco Giuseppe Bellandi.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali parole per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
(a cura di Mauro Lubrani)
Riaperture “azzardate”
La linea del rigore ha ceduto. Le pressioni delle categorie, le proteste in piazza (con i relativi sponsor politici) e le preoccupazioni per le frange violente hanno prevalso sulla realtà dei numeri dell’epidemia e su quello che la convivenza con il Covid ci dovrebbe avere insegnato. Un anno fa, nei primi giorni di maggio, dopo mesi di rigido lockdown che portarono all’abbattimento di contagi e ricoveri negli ospedali, ci fu una graduale riapertura. Un’illusione vanificata da leggerezze nei comportamenti, movide, discoteche e inadeguatezza delle misure messe in campo per consentire il ritorno in sicurezza nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università. Ce ne siamo poi pentiti dopo, la seconda e terza ondata (se di ondate si può continuare a parlare) sono state peggiori della prima.
Ma rispetto al maggio del 2020 le cose sono cambiate? Sì, in meglio, ma anche in peggio. La novità è la campagna vaccinale che nelle prossime settimane — dopo una catena interminabile di intoppi, inefficienze e vani annunci — dovrebbe prendere maggior vigore. Ma ancora siamo indietro. In Italia solo il 7% della popolazione ha concluso il ciclo di vaccinazioni: quasi l’80% degli over 80 e solo il 30% di ultrasettantenni hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino (dati simili a quelli toscani, dove la nostra regione però è distante dalle altre per seconde dosi). L’obiettivo dell’immunità di gregge è lontano anni luce. Quindi la vaccinazione non può giustificare le progressive riaperture annunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi nonostante si stiano mettendo in parziale sicurezza gli anziani, che sono le vittime predilette del Covid. Le cattive notizie e il rischio che si stia commettendo un azzardo pieno di pericoli arrivano dagli ospedali e dal livello dei contagi. Ancora alto. Specie in Toscana, dove il presidente della Regione Eugenio Giani — soprattutto per quanto riguarda il ritorno in zona arancione della provincia di Prato — si è addossato un bel rischio. Un mese fa con una circolazione del virus di 20-25 casi ogni 10 mila abitanti era impensabile riaprire. Oggi siamo a 16 casi, ma il dato resta alto. In Toscana Firenze ha un indice di contagio appena sotto i 250 casi ogni 100 mila abitanti, Prato è a 282, alcuni comuni dell’Empolese hanno numeri ancora molto preoccupanti. E poi c’è il fronte ricoveri. Nei reparti Covid qualche giorno fa si è arrivati a quota 2 mila pazienti (oggi siamo sopra i 1.800), ma sono le terapie intensive ad aver ancora pochissimi spazi di manovra (appena 20 casi in meno rispetto al record di novembre, 298) e nelle rianimazioni ci sono sempre più casi di malati gravi sotto i 60 anni di età, la fascia di popolazione scoperta dal vaccino. Era giusto dunque annunciare già dal prossimo 26 aprile l’avvio delle riaperture? Rispetto all’anno scorso, ad esempio, che cos’è cambiato sul fronte scuola? C’è stato l’aumento dei mezzi di trasporto e l’adeguamento delle aule vista la prospettiva del 100% degli studenti in presenza? Noi pensiamo di no. Non sarebbe stato meglio lasciar consolidare i numeri — di vaccinazioni, contagi e ricoveri — e riaprire progressivamente fra qualche settimana? In Germania si torna a parlare di lockdown o di un freno di emergenza alle aperture. Succede perché le terapie intensive sono sotto pressione, proprio come in Italia.
Alessio Gaggioli – da “Il Corriere Fiorentino” del 18 aprile 2021
La mortificazione degli anziani
«Durante la pandemia mi ha dato fastidio la mortificazione degli anziani, persone che a settant’anni sono ancora in buona salute, vecchie solo all’anagrafe. Mi ha dato fastidio il cinismo verso l’anziano, scarto della società. Enea, lasciando Troia, ha portato sulle spalle il padre Anchise. I bambini, con la loro purezza, e gli anziani, biblioteche della nostra memoria, sono le parti migliori della società.
Ma che vogliamo fare a meno delle Sora Lella? Ogni volta che sui social posto la Sora Lella la gente la ricorda con amore perché ha riso con lei nei miei film, l’avrebbe voluta come nonna, con la sua saggezza, lo sguardo sardonico.Le persone mature non buttatele via, perché possono servire ancora molto».
Carlo Verdone, ospite a Che Tempo Che Fa
Addio a Piper, cagnetta eroe
E’ rimasta, piegata su una sedia, la pettorina con la scritta: “Polizia municipale di Firenze”. Apparteneva a un’agente speciale: Piper, cagnetta eroe, antidroga e non solo, che era compagna di lavoro in prima linea dei vigili urbani fiorentini. Se n’è andata, Piper, al suo attivo centinaia di servizi al guinzaglio del conduttore, Fabrizio Fusi, oggi addoloratissimo. Ogni giorno, per anni, Fusi e Piper hanno setacciato Firenze nel servizio essenziale della tutela dei cittadini. Piper, razza Australian Shepherd, era bravissima anche nella bonifica di aree. Il suo fiuto infallibile.
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