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Parole della domenica, piace in Toscana l’idea del Dmo che sta per nascere a Montecatini

Parole della domenica, piace in Toscana l’idea del Dmo che sta per nascere a Montecatini

A livello regionale si guarda con interesse alla nascita dei Dmo (Destination Management Organization) e in particolare di quello pioniere di Montecatini come regia per la gestione del nostro turismo all’insegna della professionalità. Per questo è sotto i riflettori la nascita della Fondazione voluta, come uno dei primi atti della sua attività, dalla nuova amministrazione guidata dal sindaco Claudio Del Rosso.
Come noto, la nuova struttura si occuperà della promozione del “marchio” Montecatini a 360 gradi. Fa piacere che un’iniziativa voluta da Montecatini sia tenuta sotto l’attenzione da città importanti che vogliono puntare su un rilancio o una riqualificazione del turismo.
Montecatini ha bisogno di entrambe, ma questa volta è partita con il piede giusto e con tempestività. E’ un’occasione da non sprecare e soprattutto è un’occasione su cui tutta Montecatini crede molto. L’importante è evitare che diventi un “carrozzone”, come invece teme il consigliere di opposizione Edoardo Fanucci.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
.
(a cura di Mauro Lubrani)

I giovani corrono veloci, ma gli anziani conoscono la strada

Questa storia ci dice anche quanto sia importante lavorare sugli interessi. Un progetto nato per abbattere le barriere, per aiutare le persone a non sentirsi sole. E in questo Isabella ha un talento naturale. Perché è noto: l’essere umano è un “animale” sociale, ha bisogno di stare con gli altri, di vivere in gruppo, per garantire la propria conservazione. È un esempio concreto di quanto da tempo studiosi, educatori e psicologi vanno ripetendo e, cioè, che l’età non è una barriera tra generazioni quando ci sono (o si stimolano e si scoprono) interessi comuni. Che lo scambio fra due generazioni diverse arricchisca entrambe le parti grazie a un confronto di punti di vista, mentalità, conoscenze, approccio alla vita è ormai un fatto assodato. E ritorniamo alle parole di Papa Francesco, quando durante la Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro(era il 2013) per spiegare la necessità di tenere unite le generazioni, soprattutto in un tempo come il nostro, dove la cultura dello scarto emargina chi non è più in grado di offrire il proprio contributo ricordò che “i giovani corrono veloci, ma gli anziani conoscono la strada”.
Paola D’Amico – Corriere della Sera / Buone notizie, 4 novembre 2024

Trovare lavoro con lauree umanistiche

C’era una volta Lettere e Filosofia. C’è, oggi, l’ambito letterario e umanistico. Stessa cosa? Non del tutto ma più o meno. Ora come allora si tratta sempre di letteratura, antropologia, filologia, storia, eccetera eccetera. Tutte discipline che, almeno sulla carta, offrono meno opportunità di lavoro e di guadagno rispetto ad altre, come ingegneria ed economia. E che per questo vengono spesso considerate ad alto tasso di vocazione. Ma, siccome le prospettive occupazionali non sono necessariamente alternative alla passione, vediamo che cosa dicono al proposito i dati di AlmaLaurea.
Come detto, i tassi di occupazione a tre anni dalla laurea che abbiamo visto per alcune ingegnerie (oltre il 90%) sono lontani. Ma, a guardar bene, anche quelli di alcuni indirizzi dell’ambito letterario e umanistico non sono da buttare via. Per esempio, i laureati in Filologia, letterature e storia dell’antichità tre anni dopo la discussione della tesi risultano occupati nell’82% dei casi, vale a dire più di otto su dieci. Da segnalare anche Filologia moderna, non lontana dall’80%, mentre per tutte le altre lauree del ramo si parla di percentuali superiori al 73%. Più in basso, Scienze delle Religioni i cui dati, tuttavia, vanno presi con cautela a causa del basso numero di laureati che rende le statistiche meno attendibili. 
Quanto agli stipendi, quelli dell’ambito umanistico e letterario, si aggirano tra i 1.300 e i 1.400 euro netti al mese. Anche qui, siamo distanti dai vertici garantiti da alcune lauree “più scientifiche”. Fa eccezione in positivo, guardando il grafico, Scienze delle religioni ma continua a valere l’avvertenza di poco sopra: pochi dati e quindi campione non affidabile. Al netto di questo problema statistico, è nuovamente Filologia, letterature e storia dell’antichità a guidare la fila con una media di 1.416 euro mensili, seguita da Scienze storiche, anch’essa sopra quota 1.400. Poco sotto tutte le altre, con Archeologia a chiudere la fila. Quest’ultima è anche l’unica laurea dell’ambito nel quale più della metà dei laureati lavora nel settore privato o nel non profit. Per tutte le altre prevale infatti il contesto pubblico con un picco dell’82% nel caso di filologia antica.
Raffaele Mastrolonardo – SkyTg24, 8 novembre 2024

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