Parole della domenica, niente aiuti dal Governo per le Terme
Chi si aspettava un’altra pioggia di milioni dal Governo, dopo quelli della Regione, è rimasto deluso. L’emendamento Garavaglia (prevedeva contributi per 12 milioni) non è passato, anzi è stato ritirato dal senatore, perché non c’erano le condizioni per la sua approvazione nell’ambito della legge di bilancio.
Quindi, ora tutto rimane nelle mani del tribunale che, dopo i 16,5 milioni stanziati dalla Regione per l’acquisto degli stabilimenti Tettuccio, Regina ed Excelsior (leggi l’articolo), dovrà decidere sull’eventuale concessione di un concordato fallimentare. I debiti della società, come noto, ammontano a 38 milioni. In più ci dovrebbe essere un investimento del Comune per circa 2 milioni per l’acquisto dello stabilimento Torretta con relativo parco. Insomma, un fine anno di attesa nella speranza che Babbo Natale porti la buona notizia.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Sempre più anziani in Toscana
L’Istat rivela, dati del censimento 2021 alla mano, che la Toscana è sempre di più una regione di anziani. Siamo sesti nella classifica nazionale di anzianità. La prima è la Liguria, una regione limitrofa. Questi dati confermano quanto sospettavamo. Basta conoscere a fondo i nostri paesi o anche soltanto i nostri quartieri. Prendiamo ad esempio il quartiere popolare di Gavinana. Là dove c’era una banca, in piazza Gualfredotto, oggi opera un centro acustico e la dove, in via Datini, si vendevano lasagne e ravioli, è subentrata un’azienda di onoranze funebre, per dire. Mentre negli ultimi anni hanno chiuso i battenti storici negozi per bambini. I negozi sono così l’indice commerciale della demografia di un paese e di un quartiere. Quello che una volta era un quartiere vivace, brillante, ricco di iniziative, oggi è sempre più spento, grigio, triste. Per strada incontri più anziani con il cane al guinzaglio che giovani coppie con bambini. Più voglia di compagnia contro la solitudine che di futuro che solo il chiasso dei ragazzi sa dare. Società ferma, statica, che non osa, non azzarda il domani. E ai balli di una volta degli anziani al circolo Vie Nuove fanno oggi da contrappeso le feste colorate dei peruviani in piazza Elia Dalla Costa. E meno male che ci sono loro, gli stranieri, a riempire i nostri vuoti, a dare un qualche senso di identità alle nostre crisi di futuro. Lo si nota anche fuori della scuola Villani dove i genitori che accompagnano i ragazzi sono sempre più stranieri.
Mario Lancisi – Corriere Fiorentino, 16 dicembre 2022
Piccola e vecchia: l’Italia che scompare
Sul piano inclinato che conduce all’estinzione possono esserci punti di caduta drammatici, o continue, impercettibili scosse di assestamento verso il basso. Certo, nessuno metterebbe mai in dubbio che gli italiani siano estinti da qui a cent’anni, ma quello che – tra accelerazioni e rallentamenti – sta accadendo al nostro Paese è talmente drammatico da assomigliare a una fine del mondo: non costruiamo più futuro. Lo certificano, per l’ennesima volta, i dati sulla popolazione residente e la natalità, stavolta messi sotto la lente dal Censimento dell’Istat: niente che non sia già stato scritto decine di volte negli ultimi anni, commentato, agitato con forza sul tavolo del dibattito pubblico come un allarme e un’emergenza non più prorogabili. E niente, tuttavia, che sia stato affrontato o preso seriamente in esame dalla politica e dai governi che nel tempo si sono succeduti.
Così, ecco, tocca (un’altra volta) confrontarsi coi numeri peggiori di sempre. La popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2021 ammonta a 59.030.133 residenti, in calo ulteriore dello 0,3% rispetto al 2020 (quando gli individui in meno erano stati 206.080). Siamo sempre meno, e ovunque: il decremento di popolazione interessa soprattutto il Centro Italia (-0,5%) e l’Italia settentrionale (-0,4% sia per il Nord ovest che per il Nord est), è più contenuto nell’Italia meridionale (-0,2%) e risulta minimo nelle Isole (appena 3mila unità in meno). Ma il dato più allarmante è il nuovo record minimo delle nascite (400mila) e l’elevato numero di decessi (701mila), che aggravano pesantemente la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese nell’ultimo decennio. Il cosiddetto saldo naturale infatti, pari a -301mila unità nel 2021, sommato alle -335mila già rilevate nel 2020.
Viviana Daloiso – Avvenire – 16 dicembre 2022
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