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Parole della domenica, l’ultimo saluto a Papa Francesco dagli “ultimi” da sempre nel suo cuore e il primo suo “miracolo” per la pace in Ucraina

Parole della domenica, l’ultimo saluto a Papa Francesco dagli “ultimi” da sempre nel suo cuore e il primo suo “miracolo” per la pace in Ucraina

E’ stata una settimana inevitabilmente dedicata alla scomparsa di Papa Francesco, il Papa degli ultimi e della Pace. Forse, il primo miracolo lo ha già fatto poco prima dei funerali, mettendo di fronte, seduti su una sedia nella Basilica di San Pietro, Donald Trump e Volodymyr Zelensky per parlare della pace nella martoriata Ucraina. Mancava solo lui, Papa Francesco, ma di fatto c’era e sembrava incalzare i due presidenti (purtroppo in assenza di chi ha acceso la miccia della guerra) chiamandoli alle loro responsabilità davanti al mondo.
Poi, Il funerale di Francesco in Piazza San Pietro e il corteo a Santa Maria Maggiore tra 400mila persone: un giorno storico. A Santa Maria Maggiore un gruppo di poveri ha accolto il feretro del Papa. Viene in mente un aneddoto che Bergoglio stesso ha raccontato recentemente a proposito del cardinale brasiliano Cláudio Hummes, francescano, suo amico fraterno, che nello stemma episcopale portava un’espressione del Poverello di Assisi – Omnes vos fratres, “Fratelli tutti” – poi diventata uno dei simboli del suo magistero: «Alla terza votazione di quel pomeriggio, al settantasettesimo voto, quando il mio nome raggiunse i due terzi delle preferenze, tutti fecero un lungo applauso. Mentre lo scrutinio continuava, Hummes si avvicinò mi baciò e mi disse quella frase che mi è rimasta sempre nel cuore e nella mente: “Non dimenticarti dei poveri…”. E lì ho scelto il nome che avrei avuto da Papa: Francesco».
Da quell’istante così carico di significati e profezie, la compagnia dei poveri ha percorso tutto il pontificato di Francesco, che si è fatto loro vicino in innumerevoli forme e gesti, divenuti pubblici (si pensi alle opere volute per chi vive in strada vicino a San Pietro) o rimasti nel nascondimento. Il Papa ha proseguito il viaggio iniziato «quasi alla fine del mondo» e che l’ha condotto sino a Roma per abbracciare meglio tutti gli ultimi della terra camminando con gli “scartati” dell’umanità, poveri per condizione o emarginati per scelta altrui. Ne è diventato fratello, avvocato, voce, amico, padre. Perché «i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio». Sono stati dunque loro la sua scorta d’onore all’estremo passo, quello che dopo le esequie ha condotto il feretro nella cappella dove il Papa – Francesco sino in fondo – ha scelto di riposare. Si è ricordato di loro, sempre. E saranno loro ad accompagnarlo al Padre.
Avvenire – 24 aprile 2025
Addio Papa Francesco, cordoglio e ricordi a Montecatini

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono

(a cura di Mauro Lubrani)

Mattarella: “E’ sempre tempo di Resistenza”

“È sempre tempo di Resistenza”, ci ricorda Sergio Mattarella, da Genova. “Attuali i valori che l’hanno ispirata”. In tempi di revisionismo strisciante il capo dello Stato difende il contributo che i partigiani diedero alla liberazione dal nazifascismo. Fu “decisivo”, precisa, per “il crollo della linea Gotica costruita dai tedeschi”. Cita Luciano Bolis e Altiero Spinelli: un omaggio “agli esponenti antifascisti che elaborarono l’idea di Europa unita”. Applauso in sala. Bolis, azionista, “venne orrendamente torturato dalle Brigate nere nel febbraio ‘45”. Sottolinea che ora riposa a Ventotene. Ecco: Ventotene, il cui manifesto è stato messo in discussione dalla premier Giorgia Meloni in Parlamento.
Ricorda i valori di Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, “che ha esortato a superare conflitti anacronistici, ricordandoci che “ogni generazione deve fare proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più”. Onora un grande ligure, come Sandro Pertini, il presidente partigiano. E’ preoccupato per la regressione della democrazia. Lo angustia la fuga dal voto. “Non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia bassa intensità”.
Concetto Vecchio – Anteprima Repubblica, 25 aprile 2025

Andrea Vianello lascia a sorpresa la Rai

Anche Andrea Vianello abbandona la Rai. E’ uno dei giornalisti di razza del servizio pubblico, è stato brillante conduttore della storica trasmissione di Radio anch’io e di mi Manda Rai 3, è uno dei giornalisti di razza sfornati dalla Radio diretta da Paolo Ruffini, con Giovanni Floris, Gerardo Greco, Andrea Valentini. E’ stato direttore di Rai 3, dunque di Report, e Rai News. E il primo direttore ad aver creduto in me come autore televisivo affidandomi il programma di inchieste Rec, per giovani giornalisti d’inchiesta, andato in onda nella pausa di Report. Dal 2023 senza ruoli attivi ha deciso di lasciare con accordo consensuale. Un altro pezzo di identità della Rai che va via con uno scarno messaggio su X :
“Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’. Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico.” Da parte mia, un sincero grazie! Sono certo che porterai la tua qualità, la competenza con la leggerezza e il sorriso di sempre, ovunque andrai.
Sigfrido Ranucci – post su Facebook del 25 aprile 2025

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Naturalmente sul sito si trovano archiviate tutte le “Parole della domenica” a partire dalla numero uno ad oggi

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