Parole della domenica, il successo dell’omaggio a Puccini è un invito a rilanciare il turismo culturale
Un filone turistico che Montecatini non deve sottovalutare è sicuramente quello culturale. La conferma è venuta dalla splendida riuscita dello spettacolo “Turandot e i suoi finali” al Teatro Verdi, un omaggio di Montecatini Terme a Puccini, uno dei grandi compositori più assidui frequentatori della città insieme a Verdi, Mascagni e Leoncavallo.
Il merito dell’iniziativa va all’albergatore Antonio Mariotti, grande appassionato di opera e presidente dell’Associazione Amici della musica, che ha voluto promuovere un evento per il centenario della morte del Maestro lucchese. Mariotti ha trovato un appoggio anche dall’Amministrazione comunale e nella sensibilità del vice-sindaco e assessore alla cultura Beatrice Chelli.
Penso che Montecatini potrebbe varare iniziative annuali nel nome non solo di Puccini, ma in primis di Verdi, che a Montecatini soggiornò per 18 anni di fila, di Leoncavallo, che qui ha abitato e vi morì nella villa di via Giannini. L’elenco potrebbe proseguire all’infinito, tanti sono i personaggi del mondo della musica che hanno frequentato Montecatini.
Antonio Mariotti, che merita il plauso della città, ha aperto una finestra, ora occorre proseguire con iniziative da annunciare con largo anticipo, in modo da richiamare appassionati da tutta Italia e non solo. Per il bene del nostro turismo e di Montecatini. Con la cultura si può anche mangiare.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Gli 80 anni di Gianni Morandi
La carta d’identità di Gianluigi Morandi da Monghidoro è una grande bugiarda. Arriva al punto di insinuare che oggi compia 80. Ed è abbastanza evidente che ci sia un errore.
Lo conosco da sempre: e da sempre gli voglio bene per la sua non artefatta semplicità, per il suo pragmatismo e per la sua onestà. Poi, certo, ci sarebbe anche il suo talento unico: ma, a mio parere, non è disgiunto dalle “voci” che ho appena elencato. Per illustrare la nostra amicizia ho scelto, fra mille, la foto scattata durante un’Olimpiade di un po’ di anni fa. Me lo ritrovai anche lì (a Pechino per l’esattezza): con l’entusiasmo, la curiosità e la voglia di condividere che lo hanno sempre accompagnato.
Carta d’identità a parte, Gianni è soprattutto uno straordinario Fratello d’Italia (cit. Goffredo Mameli), avendo navigato tutti i decenni del dopoguerra di questo complicato e meraviglioso Paese. Dalla fame (vera degli anni ’40), ai sogni degli anni ’50, alle gioie degli ‘anni ’60, al grigio scurissimo degli anni ’70 e così via. Quando ha volato alto non ha mai dimenticato l’insegnamento di suo padre ciabattino di stare sempre coi piedi per terra: quando ha inciampato o quando è addirittura caduto si è rimboccato le maniche fino a rivedere la luce. E che “luce”, visto che ora tutti – ma proprio tutti, persino in un’Italia dilaniata dalla rabbia e dall’insofferenza – gli vogliono bene.
Credo che nessuno abbia attraversato le generazioni come ha fatto Gianni. Ho visto scene con da una parte una nonna (a volte… anche molto più giovane di lui) fornita di nipotina/o che lo ferma per strada e lo supplica di cantare “Fatti mandare dalla mamma” assieme alla creaturina. “Ti prego Gianni, la sa a memoria. Vi faccio il video”. “Ma signora le sembra normale che mia mamma (buonanima) possa ancora mandarmi a prendere il latte?” “Ti prego non puoi fare questo a…” e seguiva il nome che spaziava da Kevin a Lavinia, da Brando a Ginevra, da Azzurra a Quentin, via via fino Jacaranda…. E via con “E’ un’ora che aspetto…”.
Vive ancora di sfide e d’entusiasmi. Che altro può sognare un uomo? Straccia quella carta d’identità falsa Gianni. E insegnaci come si fa.
Marino Bartoletti (giornalista) – post su Facebook del 11 dicembre 2024
Un terzo degli adulti è analfabeta funzionale
Dai quindici ai venti punti sotto la media Ocse in termini di capacità di leggere e comprendere testi scritti e informazioni numeriche, come di raggiungere il proprio obiettivo in una situazione dinamica in cui la soluzione non è immediatamente disponibile. Oltre un terzo degli adulti è in una condizione di analfabetismo funzionale e quasi la metà ha grosse difficoltà nel “problem solving”.
Da un decennio l’Italia rimane inchiodata in fondo alla classifica e non si muove da lì. Lo rivela l’indagine sulle competenze degli adulti (Survey of Adult Skills) realizzata nell’ambito del programma dell’Ocse per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti. L’Italia va male, è lontana dai 260 punti che sono media Ocse, ci colloca al quartultimo posto, seguita solo da Israele, Lituania, Polonia, Portogallo e Cile. In base al rapporto, Finlandia, Giappone, Olanda, Norvegia e Svezia sono i paesi con le migliori prestazioni in tutti e tre i domini.
Alessia Candido – Repubblica, 10 dicembre 2024
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