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Parole della domenica, le luminarie dividono la città ma è sempre stato così… con qualche rimpianto

Parole della domenica, le luminarie dividono la città ma è sempre stato così… con qualche rimpianto

Illuminazioni di Natale: come ogni anno non mancano polemiche e critiche. Ci sono zone che si ritengono trascurate sia in centro che in periferia, a qualcuno non piace il tipo di illuminazione scelta. Ma, in fondo, si dice, è sempre stato così o quasi. Si sono criticate le luci artistiche scelte dall’allora assessore Bruno Ialuna, si criticarono in precedenza quelle azzurre volute da Andrea Bonvicini, assessore nella prima giunta Severi, che ricordavano lo scorrere dell’acqua termale lungo le strade. E si potrebbe continuare all’infinito.
Ritornando alle luci azzurre create da un’artista giapponese, più volte viene detto (ma non abbiamo conferme) che erano addirittura di proprietà del Comune. Se la notizia fosse vera, ci sarebbe da recuperarle e di anno in anno aggiungere a queste luminarie, dall’aspetto meno natalizio nei colori ma sicuramente affascinanti, degli addobbi che richiamino attenzione e turisti.
Per primi fummo la “Città del Natale” per un’iniziativa privata che per alcuni anni ebbe grande successo, oggi le “Città del Natale” si sono moltiplicate in Toscana. Montecatini deve scegliere un’altra strada propria. L’arrivo del Dmo sicuramente potrà agevolare le scelte future.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

La foto: nel Pacifico c’è il corallo più grande del mondo

Il corallo più grande mai registrato è stato trovato dagli scienziati nell’Oceano Pacifico sud-occidentale, nei pressi delle Isole Salomone. Questo esemplare è stato trovato in acque più profonde di alcune barriere coralline, il che potrebbe averlo protetto dalle temperature più elevate della superficie del mare. Le persone del luogo non sapevano della sua esistenza, ma questo organismo potrebbe essere lì da 300 anni. Gli scienziati della spedizione hanno misurato il corallo usando un tipo di metro a nastro sott’acqua. È largo 34 metri, lungo 32 metri e alto 5,5 metri. È stato scoperto da un videomaker che lavorava a bordo di una nave del National Geographic in visita in zone remote del Pacifico per vedere come questo luogo è stato influenzato dai cambiamenti climatici.
Corriere della Sera / Clima e ambiente, 20 novembre 2024

Verdi e le prime alla Scala

Giuseppe Verdi esce dal Tettuccio e sale sulla carrozza del Masino per tornare in albergo

Abbiamo contato le inaugurazioni con un’opera verdiana nel corso dei secoli. Sono 66. La prima risale alla stagione di Carnevale e Quaresima 1844-45 con I Lombardi alla prima crociata. Da lì al biennio 1886-87 sono state utilizzate: Attila (2 volte), Gerusalemme — rifacimento de I Lombardi alla prima crociata (1 volta), Luisa Miller (1), Giovanna de Guzman — versione censurata de I vespri siciliani (1), La traviata (1), Don Carlo (2), I vespri siciliani (1). E poi tante altre inaugurazioni verdiane, firmate soprattutto da Arturo Toscanini, Victor de Sabata (1892-1967), Gianandrea Gavazzeni (1909-1996), Riccardo Muti (1941)… Fino al percorso legato al compositore emiliano intrapreso dal 2006 da Riccardo Chailly. Con un’unica grande opera assente. Mai usata per inaugurare la stagione: Rigoletto
Nell’immagine: un bozzetto dello spettacolo «La forza del destino»
Corriere della Sera / La Lettura – 15 novembre 2024

Fibonacci e il numero di Dio

C’è un numero magico (1,618), il cosiddetto Phi che sorprendentemente si ritrova praticamente ovunque nel mondo: nelle galassie come nei nei cicloni, nella struttura delle conchiglie come nella disposizione dei petali dei fiori. Piante, animali, fenomeni naturali e persino noi esseri umani abbiamo misure che rispettano esattamente il rapporto tra phi e uno.
Se misuriamo la nostra altezza dividendola per la distanza da terra del nostro ombelico, si ottiene Phi. Lo stesso se misuriamo la distanza dalla spalla alla punta delle dita e poi la dividiamo per la distanza dal gomito alla punta delle dita. Gli antichi credevano fosse il numero col quale Dio avesse creato il mondo, e la chiamarono non a caso ‘proporzione divina’. La sequenza di Fibonacci si ritrova nei modelli di ramificazione degli alberi e delle foglie, nei gusci delle lumache come nella distribuzione dei semi in un lampone.
Se in un alveare si studia il rapporto numerico che c’è tra le femmine e i maschi, si ottiene sempre Phi. Gli insetti riflettono la ‘divina proporzione’, così come come la struttura delle conchiglie. E gli esempi possono essere infiniti. Se oggi tutto il mondo celebra un matematico toscano nel Fibonacci Day, è perché Fibonacci ha lasciato un segno indelebile nella storia. Dobbiamo a lui se abbiamo smesso di usare i numeri romani e iniziato a utilizzare quelli arabi. È grazie a lui se esiste lo ‘0’, prima infatti, anche se può sembrare assurdo, non esisteva, o meglio non veniva contemplato nella numerazione.
Fibonacci è stato anche il primo a far arrivare in Italia e nel mondo occidentale l’algebra e tante sue applicazioni, le equazioni di secondo e terzo grado, le radici quadrate e cubiche. Se la cultura moderna, e il Rinascimento, sono fioriti in Italia lo si deve anche a lui, nato nel 1175 a Pisa, figlio di Guglielmo Bonaccio (da cui il nome Fibonacci, cioè figlio di Bonaccio). Ma soprattutto, colui che viene universalmente riconosciuto come il padre della matematica moderna, ha scoperto matematicamente un mattone fondamentale della natura.
Maurizio Costanzo – La Nazione, 23 novembre 2023

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