Parole della domenica, le idee non realizzate di Tofanelli per creare Montecatini città dello sport
Abbiamo ricordato nei mesi scorsi – in questa stessa rubrica – le idee, i progetti e i sogni che ci hanno lasciato illustri personaggi che sono scomparsi. In particolare, Montecatini sarebbe sicuramente cambiata molto, ad esempio, se si fossero concretizzati i pIani di Tullio Pancioli, che cercò di acquistare il Kursaal, poi mise gli albergatori in corsa per la gestione delle Terme ma furono esclusi per un cavillo e così l’azienda fini in mani ascolane. Pancioli puntava su Terme e congressi per avere un turismo di qualità. Infatti, costruì un proprio palazzo dei congressi.
Non a caso uno dei collaboratori di Pancioli, negli anni d’oro del calcio termale, fu il giornalista Alfio Tofanelli, che è scomparso pochi giorni fa (leggi l’articolo). Tofanelli lanciò il progetto per Montecatini città dello sport, che si sarebbe completato perfettamente con termalismo e congressistica. Marco Innocenti ha ricordato su La Nazione le idee di Tofanelli. «Lanciai il progetto – disse il giornalista – nel lontano 1995. Si partiva dalla constatazione che qui esistono gli impianti idonei alla pratica di ogni disciplina e che oggi hanno il solo torto di essersi deteriorati. Il progetto avrebbe dato un indirizzo preciso alla Montecatini in cerca di rilancio. Ma non prese le mosse perché, una volta presentata la dettagliata documentazione, mi fu chiesto quando si sarebbe iniziato a… guadagnare. Solo i rappresentanti delle Terme dimostrarono di aver capito che bisognava anche investire, perché niente viene se non si semina. Alla riunione c’erano i rappresentanti di tutte le categorie. Il progetto naufragò già prima di partire».
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica a chi ci segue
(a cura di Mauro Lubrani)
La società QC porta le Terme a New York
QC Terme, la catena italiana di spa e resort, è pronta a sbarcare oltreoceano. All’inizio di marzo ha aperto a New York il primo centro negli Stati Uniti e, stando alle parole del ceo per lo sviluppo e i corporate affairs del gruppo, Francesco Varni, anche «un punto di partenza per ampliare il nostro mercato. L’America offre infinite possibilità, essere a New York significa essere al centro del mondo».
La nuovissima struttura si trova a Governors Island, un’isola nel porto della Grande Mela, compresa nel quartiere di Manhattan, in un ex complesso militare trasformato, con un ambizioso progetto in collaborazione con le istituzioni locali, in una grande area benessere con quasi 4 mila ettari di parco e tre edifici vittoriani che affacciano sui grattacieli della città. «È stato un investimento importante ed estremamente complesso — racconta Varni —. Abbiamo partecipato a una gara pubblica tra il 2013 e il 2014 e ci siamo aggiudicati gli immobili con un progetto effettivamente made in Italy, con l’aiuto di collaboratori locali per tradurre in linguaggio tecnico americano quello che QC Terme offre in Italia. C’è voluto molto tempo, con le problematiche legate al Covid siamo stati costretti a interrompere il piano, ma finalmente nel 2022 siamo giunti all’apertura».
Le difficoltà legate alla pandemia, che, come è risaputo, ha colpito in modo più gravoso il settore del turismo, termale e dell’experience economy, sembrano superate e un importante traguardo della strategia di internazionalizzazione di QC Terme è stato raggiunto. «Abbiamo impiegato circa 50 milioni di dollari (poco più di 45 milioni di euro ndr) per interventi suddivisi in due fasi — ha continuato Varni —. Una prima parte è stata realizzata e consiste nella day spa con vista su Manhattan. Le vasche interne, invece, sono prossime all’apertura, ma già in questi primi weekend abbiamo ricevuto ottimi segnali di apprezzamento». Il centro di New York è l’undicesimo del gruppo, che ne conta altri nove in Italia e uno a Chamonix, in Francia. «Stiamo provvedendo a fare scouting per nuove location francesi, in Costa Azzurra o Provenza e magari Parigi», conclude Varni.
Alessia Conzonato – da “Corriere della Sera del 22 marzo 2022
Strada piena di buche, tutti a passo di lumaca
Armiamoci e partite. Ma anche questa volta ciò di cui i cittadini dovranno armarsi sarà di tanta pazienza e soprattutto di tanto tempo, vista l’ultima novità sul viale “del Melani”. La strada che collega la Valdinievole est a quella ovest e ai suoi molti servizi è stata infatti limitata ad una velocità oraria massima di soli 30 chilometri all’ora. Il traffico inoltre sarà interdetto alle biciclette e ai motocicli. Un bel guaio per le migliaia di lavoratori che solitamente usano quella strada per recarsi a lavorare e per i cittadini che devono spostarsi da e verso la località Biscolla e la Camporcioni.
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