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Parole della domenica, la sfida di cinque candidati sindaco: l’importanza speciale di questo voto

Parole della domenica, la sfida di cinque candidati sindaco: l’importanza speciale di questo voto

Montecatini al voto fino alle ore 23 di stasera per il rinnovo della Amministrazione comunale e naturalmente del Parlamento Europeo. Quasi 300 i candidati in lizza per i 16 posti in Consiglio. Gli elettori nelle 19 sezioni sono 16388 (poco più di 300 in più rispetto a 5 anni fa. Nel 2019 i votanti furono 10382 con una percentuale del 64,57%.
La sezione con il maggior numero di iscritti al voto è la 9 (alle scuole Pascoli) con 2313, ma di questi 1728 sono cittadini montecatinesi residenti all’estero, che dovrebbero tornare se vogliono votare per il rinnovo del sindaco.
I cittadini del comune di Montecatini-Terme dovranno scegliere il proprio futuro sindaco tra Claudio Del Rosso, Luca Baroncini, Alberto Lapenna, Edoardo Fanucci, Franco Arena. A sostegno dei vari candidati (5 in tutto) si presentano complessivamente 13 liste. Claudio Del Rosso (Centrosinistra) è sostenuto da Azione Siamo Europei-Partito Repubblicano Italiano, Claudio del Rosso Sindaco, Movimento 5 Stelle, Partito democratico mentre Luca Baroncini (Centrodestra) è appoggiato da Forza Italia – Ppe, Fratelli d’Italia, Lega, Scelgo Montecatini. Lo spoglio dei risultati di questa tornata elettorale definirà chi sarà alla guida del comune di Montecatini-Terme per i prossimi anni.
Fanucci è appoggiato dalle liste Fanucci Sindaco, Insieme e Patto per la città. Sono invece candidati civici Alberto Lapenna con la lista Montecatini al Centro e Franco Arena con Montecatini una storia nuova.
Cinque anni fa, Baroncini si impose al primo turno con 5812 voti (57%), a questa tornata tenta il bis ma non è escluso il ballottaggio con voto previsto il 23 giugno.
La nuova amministrazione non avrà un compito facile, perché dovrà gestire il rilancio di una città travolta da una profonda crisi, con le Terme in stato di fallimento e con i suoi beni all’asta per 42 milioni. Per questo ogni cittadino dovrà valutare bene la scelta del candidato, mai come questa volta un voto ha un valore più che doppio.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
.
(a cura di Mauro Lubrani)

Il Papa chiede di cancellare il debito dei Paesi poveri

Anche papa Francesco, come già san Giovanni Paolo II per il Grande Giubileo del 2000, chiede di cancellare o almeno ridurre il debito estero dei Paesi più poveri in occasione dell’Anno Santo ormai imminente (2025). Lo aveva già scritto nella Bolla di indizione dello scorso 9 maggio, Spes non confundit. È tornato ad auspicarlo mercoledì, ricevendo i partecipanti al seminario “Affrontare la crisi del debito nel Sud del mondo”, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze. In particolare Francesco chiede di pensare a «una nuova architettura finanziaria internazionale che sia audace e creativa». Secondo il Pontefice, «per cercare di spezzare il ciclo finanziamento-debito sarebbe necessaria la creazione di un meccanismo multinazionale, basato sulla solidarietà e sull’armonia dei popoli, che tenga conto del significato globale del problema e delle sue implicazioni economiche, finanziarie e sociali. L’assenza di questo meccanismo – ha sottolineato – favorisce il ‘si salvi chi può, laddove a perdere sono sempre i più deboli». Leggi qui l’articolo di Mimmo Muolo.
Mimmo Muolo – Avvenire, 5 giugno 2024

Il D-Day, i caduti e gli smemorati

A che cosa serve l’America? Più di quattrocentomila americani morirono nella Seconda guerra mondiale. Ventinovemila solo nell’operazione dello sbarco in Normandia, il D-Day di ottant’anni fa. La sconfitta dei nazifascismi fu possibile perché una generazione di giovani americani pagò un prezzo altissimo, fino a sacrificare la vita, in un conflitto europeo che non li minacciava direttamente (gli Stati Uniti avevano subito l’unico attacco nel Pacifico, dal Giappone). In Italia una vera democrazia, e il diritto di voto per le donne, arrivarono solo dopo la liberazione ad opera delle forze alleate. Il D-Day in Normandia era stato preceduto dagli sbarchi in Sicilia e ad Anzio. Il ruolo dell’America non finì lì. La Comunità europea, nucleo originario dell’Unione, nacque con l’incoraggiamento di Washington e dopo che il Piano Marshall aveva finanziato la ricostruzione con i soldi dei contribuenti americani. Sconfitti Hitler e Mussolini, nella parte d’Europa sotto la protezione o l’egemonia Usa fiorirono i diritti umani e le libertà politiche. A Est l’Armata rossa di Stalin schiacciava rivolte popolari, soffocava i dissensi, imponeva dittature comuniste teleguidate da Mosca. La differenza tra l’essere dall’una o dall’altra parte della «cortina di ferro» — cioè il confine tra i due blocchi nella guerra fredda — fu ben visibile in Italia. Appartenere all’Alleanza atlantica non impedì che in Italia tantissimi elettori (a volte più di un terzo) votassero per il più grande partito comunista d’Occidente. Il partito socialista entrò nelle maggioranze di governo a partire dagli anni Sessanta, quello comunista alla fine degli anni Settanta. Il suo leader, Enrico Berlinguer, arrivò a dire in una famosa intervista al Corriere di sentirsi più sicuro dentro la Nato.
Federico Rampini – Corriere della Sera, 8 giugno 2024

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