Parole della domenica, la Regione rinvia gli investimenti e la salvezza delle Terme resta appesa a un filo
Il destino delle Terme è appeso a un filo. Il filo è quello che conduce direttamente in Regione, che sta ripetutamente rimandando l’approvazione dei promessi investimenti a tutela del patrimonio termale di Montecatini. Questi ritardi appaiono ad alto rischio, in considerazione del fatto che il tribunale di Pistoia prenderà una decisione sulla richiesta di fallimento delle Terme tra pochi giorni, esattamente il 9 dicembre.
Come noto, la giunta regionale dovrebbe approvare la delibera per l’acquisto delle Terme Tettuccio, Regina e Excelsior, con una spesa complessiva di circa 14 milioni di euro. Lo scopo è quello di preservare gli immobili storici dell’azienda in vista del deposito del progetto di concordato preventivo in continuità. Ma questa approvazione ha già avuto ben tre rinvii. Il presidente della Regione Eugenio Giani aveva dato l’annuncio dell’investimento da 14 milioni lo scorso 19 novembre, a Pistoia, durante le celebrazioni per i trent’anni della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Nel frattempo, il consiglio comunale ha dato il via libera per l’acquisto della Torretta, con una spesa prevista di 1,5 milioni.
Sono ore decisive: se il tribunale avrà in mano la certificazione degli investimenti annunciati da Regione e Comune, la decisione potrà essere favorevole. Altrimenti…
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Il compleanno del babbo di Pinocchio
A quasi due secoli, per la precisione 196 anni, dalla nascita del suo autore, Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista e scrittore Carlo Lorenzini, nato a Firenze il 24 novembre 1826, ‘Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino’, raccolte in volume nel 1883 con un immediato successo editoriale che segnò una svolta importante nella storia della letteratura dell’Ottocento, si confermano eterne e continuano ad attirare l’attenzione del mondo del cinema, dell’arte, del teatro e dei fumetti.
E sono tante le curiosità sulla favola più famosa e amata al mondo: a cominciare dall’origine del nome: in toscano col termine ‘Pinocchia’ si indica l’albero. Il burattino di Geppetto ha inventato anche una moda: grazie a lui sono nati i calzoni lunghi fino al ginocchio, chiamati non a caso ‘pinocchietti’. Nella prima versione Pinocchio moriva impiccato, ma le proteste dei lettori che lo leggevano a puntate sul “Giornale per i bambini” spronarono Collodi a continuare la storia. La Fata Turchina è esistita davvero: si chiamava Giovanna Ragionieri, era nata a Castello, vicino Firenze, e da quando negli anni Cinquanta la stampa nazionale la indicò come la donna che aveva ispirato Collodi per il famoso personaggio della Fatina, per tutta la vita ha ricevuto letterine dai bambini che gliele hanno scritte e mandate da tutta Italia.
Maurizio Costanzo – La Nazione, 24 novembre 2022
Italiani spaventati e malinconici
Il 56esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese – presentato ieri mattina nella sede del Cnel a Roma da Massimiliano Valerii e Giorgio De Rita, rispettivamente direttore generale e segretario generale del Censis – fotografa un’Italia che vive in uno «stato di latenza, post-populista e malinconica ». Con una scuola e una Università senza studenti, una sanità senza medici e infermieri. Siamo sostanzialmente immobili, un Paese che «non regredisce ma non matura», sostenuto dalla volontà e dagli sforzi individuali di fronte alle crisi globali di questi anni, ma che non riesce a guardare avanti, si appiattisce sull’esistente e «smarrisce ogni responsabilità collettiva di futuro». In attesa che i segnali dei sensori economici e sociali siano tradotti in un nuovo schema di funzionamento.
Preoccupano le nuove fragilità: le famiglie povere sono più di 1,9 milioni, cioè 5,6 milioni di persone (9,4% della popolazione). Di queste, il 44,1% risiede al Sud. Gli abbandoni scolastici salgono al 12,7%, i diplomati scendono al 76,8%, i laureati al 26,8%. Oltre al primato negativo in Europa dei Neet (23,1%). «Oggi le emergenze non ti buttano indietro e non ti danno la spinta ad andare avanti, stai lì fermo. Se questa fase dura troppo – osserva il segretario generale del Censis crescono i rischi perché aspetti, contando sulla promessa del futuro che arriverà, e di fatto ti poni nel rischio di trasformare questa rinuncia a guardare avanti, a una rinuncia strutturale. La capacità di risposta deve essere collettiva , ma anche individuale».
Maurizio Carucci – Avvenire – 3 dicembre 2022
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