Parole della domenica, la grande bellezza della città potrà salvarci: l’esempio del Salone delle feste del Kursaal
Può anche sorprendere la grande partecipazione di pubblico per ammirare l’ex-Salone delle feste del Kursaal, abbandonato da decine di anni, riaperto in occasione delle giornate del Fai. Tanto che la delegazione del Fai ha deciso di effettuare una seconda visita, in programma ieri, per accontentare tutte le richieste, in particolare di coloro che erano rimasti esclusi.
Per il Salone liberty sono attesi importanti lavori di sistemazione, grazie agli imprenditori della società Over. I locali fanno parte dell’immobile storico del Kursaal e quindi possono essere inseriti in un percorso della “grande bellezza” che ancora oggi Montecatini possiede.
Potrebbe essere proprio questa abbondanza di bellezza a salvare la città dall’attuale decadimento, grazie all’intervento di privati che ancora credono in un futuro luminoso ed hanno deciso di investire, iniziando così la svolta come è accaduto per l’ex-cinema Adriano e per il palazzo Lavarini sul viale Verdi grazie all’architetto Oreste Ruggiero.
In attesa che anche per le Terme patrimonio Unesco ci siano certezze e riprendere così un cammino da troppo tempo interrotto. Montecatini se lo merita.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica a tutti quelli che ci seguono.
La preghiera del Papa per il mondo colpito dal Covid

Era il 27 marzo 2020 quando, nel pieno dell’emergenza Covid, Francesco si fermava da solo in preghiera per il mondo intero in piazza San Pietro. Cosa resta oggi di quell’evento? Vogliamo ricordare insieme il silenzio che scese a tutti nel cuore davanti a quell’uomo che affrontava per noi il mistero del dolore. Perché se lo cerchiamo c’è ancora, e ha molto da dirci. L’emergenza pandemica era iniziata solo poche settimane prima, ma il 27 marzo 2020 – cinque anni fa – già eravamo pienamente dentro un’aspra e improvvisa notte. In quella solitudine di ciascuno, il Papa portò una presenza, ci si fece accanto. L’ha fatto ancora, misteriosamente, durante la sua lunga degenza in ospedale: come a dirci con la sua persona, in un caso e nell’altro, che non siamo mai soli quando attraversiamo la selva oscura della vita, che non è un errore di percorso, una parentesi, una pagina da strappar via al più presto, ma un’opportunità per capire cosa ci stiamo a fare al mondo, e come siamo fatti noi davvero.
Francesco Ognibene – Avvenire, 28 marzo 2025
Acqua, due miliardi di persone dipendono dalle montagne

Perché le montagne e i ghiacciai sono così importanti? Quali sono i cambiamenti osservati e le conseguenze che li riguardano? Come rispondere ai mutamenti in atto e soprattutto come adattarsi? Il “Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2025. Montagne e ghiacciai, torri d’acqua”, pubblicato dall’Unesco per conto di Un-Water, coordinamento interagenzia delle Nazioni Unite per tutte le questioni relative all’acqua dolce compresi i servizi igienico-sanitari, risponde a queste domande. Presentato a Parigi, nella sede dell’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, durante l’evento del 20 e 21 marzo che celebra insieme la prima Giornata mondiale dedicata ai Ghiacciai (21 marzo) e la Giornata mondiale dell’Acqua (22 marzo), il rapporto sottolinea il ruolo dei ghiacciai nel sostenere le riserve idriche e nel mantenere la stabilità degli ecosistemi e fornisce ai decisori politici conoscenze e strumenti per formulare e attuare politiche idriche sostenibili. Offre, inoltre, dati, esempi di buone pratiche e analisi approfondite per stimolare idee e azioni al fine di migliorare la gestione del settore.
Le montagne forniscono acqua dolce fondamentale per la vita di miliardi di persone e innumerevoli ecosistemi. Sono vere e proprie torri d’acqua, il cui ruolo essenziale a favore dello sviluppo sostenibile non può essere ignorato. Le montagne erogano tra il 55 per cento e il 60 per cento dei flussi annui mondiali di acqua dolce. I valori specifici variano dal 40 per cento fino a oltre il 90 per cento a seconda delle aree del mondo. Ciò significa che due miliardi di persone dipendono dalle montagne, e dallo scioglimento della criosfera, per l’approvvigionamento idrico. Le tendenze dei bacini montani vedono precipitazioni di pioggia maggiori rispetto alle nevi, conseguente riduzione delle aree coperte da manti nevosi con scioglimento anticipato della neve. Negli ultimi decenni si è verificata un’accelerazione della recessione e della perdita dei ghiacciai. Secondo le previsioni, in un ambiente caratterizzato da un aumento delle temperature globali compreso tra 1,5°C e 4°C, entro il 2100 i ghiacciai delle zone montane perderebbero tra il 26 per cento e il 41 per cento della massa totale che avevano nel 2015. Il numero di singoli ghiacciai che scompariranno del tutto risulta elevato e molte delle sorgenti montane oggi coperte di ghiaccio, ne saranno presto private.
Patrizia Varone – Corriere della Sera / Clima e ambiente, 26 marzo 2025
Gli scandinavi sono i più felici del mondo

Ma che cos’è la felicità? E come si può misurare? Un’interrogativo che lascia aperta un’infinità di risposte possibili, a seconda dei parametri presi in considerazione. Ogni anno il World Happiness Report, redatto dall’Università di Oxford in collaborazione con Gallup e con il Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite, stila la propria classifica mondiale, cercando attraverso criteri misurabili e auto-valutazioni delle persone di misurare l’indice di felicità nel mondo. Più precisamente, la felicità viene misurata dalle persone stesse, dando un voto alla propria vita, rispondendo alla domanda: “Immagina una scala con gradini numerati da 0 in basso a 10 in alto. La cima della scala rappresenta la migliore vita possibile per te e la base della scala rappresenta la peggiore vita possibile per te. Su quale gradino della scala diresti di sentirti personalmente in questo momento?”. Da una valutazione del benessere così soggettivo è presto spiegato perché la graduatoria premi da sempre i Paesi del Nord Europa: con la Finlandia al primo posto per l’ottavo anno consecutivo, grazie a una combinazione di fattori, tra cui un’economia stabile, un forte supporto sociale, elevati livelli di fiducia e un sistema di welfare ben funzionante, che porta di fatto a una percezione di un ambiente sociale benevolo e sicuro che contribuisce significativamente al benessere complessivo dei cittadini scandinavi (Danimarca 2°, Islanda 3° e Svezia 4°). L’Italia si trova al 40esimo posto. All’altro estremo della classifica ci sono Paesi come Libano e Afghanistan, martoriati da conflitti e instabilità politica.
Avvenire, 29 marzo 2025
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