Parole della domenica, la “città dello sport” perde impianti importanti
Uno dei fiori all’occhiello all’occhiello di Montecatini è sicuramente il patrimonio degli impianti sportivi. Ora la situazione di quella che poteva definirsi “la città dello sport” è molto cambiata: il bocciodromo è chiuso da anni ed ora si è aggiunta anche la chiusura dello stadio comunale. Per il primo impianto sono già stati finanziati gli interventi necessari ad un’indispensabile riqualificazione (senza dimenticare che il luogo ha sempre avuto anche una valenza sociale di incontro tra persone anziane e a livello sportivo con una società che è stata anche in serie A); per il secondo la situazione sembra essere esplosa quasi all’improvviso.
Lo stadio “Mariotti” subì il primo sfregio negli anni ’80, quando il drenaggio del suo impeccabile prato (considerato all’epoca uno dei migliori della Toscana) fu rovinato ospitando il festival nazionale dell’Amicizia. La manutenzione dell’impianto non è mai stata adeguata e così si è arrivati – oggi – alla chiusura per problematiche di sicurezza strutturali. Chiuso anche il campo sussidiario in sintetico che porta il nome di Amos Mariani.
Un fulmine a ciel sereno per le società che lo utilizzano per le loro attività agonistiche, il Montecatini Murialdo, il Montecatini Valdinievole, e il settore dell’atletica leggera. E’ stata anche una doccia fredda per la stessa amministrazione comunale.
I problemi, comunque, non sembrano di minima importanza. Riguardano spogliatoi, torri faro e tribuna coperta ritenuti non sono idonei dal punto di vista statico. Insomma, lo stadio avrebbe bisogno di importanti interventi, ma nel frattempo la situazione sta danneggiando le società sportive. Il Comune sarà chiamato quanto prima a prendere una decisione su come intervenire in tempi brevi, ma anche in una prospettiva molto più lunga per riportare l’impianto al suo antico splendore.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
La libertà di dire quello che si pensa
Lo so che mi odieranno, ma non me ne frega niente. Dopo essermi sentita dire per una vita “conta fino a dieci prima di parlare” non ho più recinti né obblighi. Mi sento libera.
Il peggio che mi può capitare e che qualcuno non mi parli più.
Virna Lisi
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