Parole della domenica, il virus “uccide” anche il turismo
La seconda ondata dei contagi in tutto il Paese fa tremare per le possibili conseguenze della malattia e di quello che può accadere alla nostra economia. Pensiamo al nostro turismo e al nostro commercio in doppia crisi per la situazione delle Terme e per le conseguenze del virus. Le prospettive non sembrano dare tempi certi per una svolta. Intanto, le gite scolastiche continueranno ad essere bloccate, ma ci sono già disdette per il periodo della prossima Pasqua. E la crisi coinvolge anche gli aeroporti toscani: se il loro traffico è crollato, di riflesso anche il turismo ne subisce le conseguenze.
Senza dimenticare le conseguenze per i lavoratori. Come ha scritto La Nazione, il Decreto governativo di agosto stabilisce un bonus di mille euro per i lavoratori stagionali del turismo e del settore termale, ma le limitazioni escludono diversi di loro. L’indennità prevista dal Decreto agosto, infatti, è riservata per i dipendenti che abbiano cessato involontariamente (licenziamento o scadenza di contratto) il rapporto occupazionale tra il primo gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, non siano titolari di pensione, né di rapporti di lavoro, né di indennità di disoccupazione al 15 agosto.
Le nostre parole della domenica – raccolte nel web e nei giornali – vogliono offrirci momenti di riflessione come ogni settimana con un’immagine amarcord di via Ricasoli, che ci ripropone una Montecatini semplice, la vicenda della crisi degli aeroporti e un calciatore famoso che è autore di un libro, ma soprattutto interpreta con senso critico ed intelligenza il mondo che ci circonda.
Buona domenica e buona lettura a chi vuole seguirci.
(a cura di Mauro Lubrani)
NOSTALGIA DI VIA RICASOLI E DEI SUOI PERSONAGGI
C’era una volta Via Ricasoli, nel tratto che da Via Don Minzoni andava ad incrociare Via Garibaldi. Oggi queste poche decine di metri di strada non esistono più o, per meglio dire, sono state inglobate nel piazzale retrostante la Basilica. Questa foto è stata scattata proprio in quel segmento, in prossimità delle vetrine del negozio Foto Ricci (di cui si vede l’espositore delle cartoline sul lato destro) nell’estate del 1978 o del 1979, non ricordo con esattezza. Chissà cosa trasportava nel carretto l’anziana donna in primo piano…
Marco Lupetti – post 8 ottobre 2020 per il gruppo Montecatini Terme…..il bello di un tempo e l’odierna realtà
AEROPORTI SENZA PASSEGGERI, NEGOZI CHIUSI
Pisa – La fila più lunga è quella dei taxi, fuori. In attesa. I conducenti a far capannello sotto le pensiline, un caffè e una chiacchiera per far passare il tempo, sempre più lungo fra un turista e l’altro. Dietro di loro il parcheggio semivuoto, venti auto al massimo. In mezzo si muovono, radi, i pochi passeggeri che vanno al terminal B, quello delle partenze. Il serpentone di transenne è deserto, una mini fila si forma invece davanti alla porta riservata a chi intende fare un test volontario anti covid prima di partire. Son segnali di vita, ma l’encefalogramma è al minimo per il Galilei di Pisa che dal lockdown pare non essersi ancora ripreso del tutto.
C’è stato un momento di speranza, era lo scorso 24 giugno, quando Ryanair, la compagnia low cost che da sola macina l’80% del traffico dello scalo pisano, riprese i collegamenti. Il sindaco Michele Conti in persona, accompagnato dall’amministratore delegato di Toscana Aeroporti, Marco Carrai, erano sulla pista a salutare i primi passeggeri che sbarcarono. Accolti, ai lati, dal corteo della Magistratura di San Marco. Era la fine dell’incubo chiusura, adesso è il dormiveglia.
Dentro il terminal gruppetti di due o tre persone parlano nel silenzio rotto dagli annunci che ricordano le regole anti covid da seguire, il distanziamento non pare un problema. Il tabellone delle partenze ha una pagina sola, in tutto il pomeriggio sono previsti nove voli in partenza, un British Airways e otto Ryanair, cioè sei domestici e solo due verso l’estere. Situazione simile per gli arrivi: otto voli, di cui cinque della compagnia low cost irlandese, quattro verso destinazioni italiane e poi Londra, Valencia, Amsterdam e Barcellona. Quanti di questi resisteranno è una delle domande che rimbalzano nelle sale vuote: la notizia che il governo inglese ha imposto la quarantena per chi viene dall’Italia è l’ennesima mazzata.
Le serrande abbassate si alternano con quelle aperte, le prime più numerose delle seconde. Fra i pochi che resistono c’è Paola, edicola e cartoleria: «Io resisto perché questa è una grande catena ma i più piccoli hanno dovuto lasciare i fondi e sono rimasti sfitti — spiega — dovessi fare un confronto con l’anno scorso siamo tranquillamente al 90% di fatturato in meno».
Marzio Fatucchi – da “Il Corriere Fiorentino” del 17 ottobre 2020
“RAZZISMO E DISCRIMINAZIONI: NEL CALCIO I MALI DELLA SOCIETA'”
Claudio Marchisio è bello, ricco e di successo. È stato capitano della Juventus e della nazionale. È un ex, anche se ha solo 33 anni: alla sua età molti sono ancora precari. Possiede ristoranti, una società di comunicazione digitale, commenta le partite dell’Italia per la Rai.
I tifosi lo chiamano Principino per quel suo modo di fare elegante e preciso che aveva nel tocco di palla e che mantiene nell’abbigliamento e nella scelta delle parole. Marchisio, infatti, scrive. Esce in questi giorni per Chiarelettere, Il mio terzo tempo, un libro che usa la scusa del calcio per parlare di vita, due cose che nel suo caso sono coincise.
Marchisio ama il calcio, eppure scrive che «è il simbolo del fallimento culturale della nostra società».
«I problemi del calcio sono gli stessi del mondo. In campo si ripercuotono tutti i mali della società. Il razzismo, le differenze di genere, le discriminazioni. È diventato una grande industria: è inevitabile che si perda la passione che si avvertiva nelle discussioni al bar».
Marco Castelnuovo – da “Il Corriere della Sera” del 16 ottobre 2020
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