Parole della domenica, il campionato delle majorette ha portato centinaia di turisti a Montecatini
Mentre non mancano problemi per la situazione critica di alcuni impianti sportivi (stadio comunale e bocciodromo chiusi), ne abbiamo un altro – il Palaterme – che dimostra tutta la sua importanza anche in chiave turistica. Infatti, ieri ed oggi l’impianto ospita, dopo due anni di attesa a causa dell’emergenza legata al Covid, il campionato del mondo delle majorette, organizzato dalla Majorette Sport World Federation (Mwf).
La manifestazione ha portato una bella boccata d’ossigeno per il turismo locale in un mese “morto” con 2500 e 3000 presenze negli alberghi.
La storia delle majorette è nata negli Stati Uniti durante gli anni Venti: davanti ai musicisti delle bande si esibiva un mazziere. Dopo gli anni ‘30 nacquero le majorette a scopo folkloristico. In Italia i primi gruppi di majorette sfilavano con bandierine e con tamburelli, fino all’avvento del bastone, che ha fatto suo ingresso verso la seconda metà degli anni ‘70.
Sono presenti circa 800 atlete in gara che si esibiranno in 350 competizioni e scenderanno in campo 1300 volte per esibirsi secondo il calendario predisposto dalla Majorettes World Federation. In gara ci sono atlete provenienti da tutto il mondo: Italia, Croazia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Ucraina, Francia, Ungheria, Polonia, Kazakistan, Slovenia. Si tratta anche di un’occasione per promuovere la città a livello internazionale.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona domenica a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Enrico Bartolini, lo chef più stellato d’Italia
«Ho esaurito le parole. Oggi vivo una felicità che è difficile da tenere in bocca: lascio che sia il cuore a parlare. Vedere questi ragazzi così giovani e disciplinati realizzare, piano piano, le loro ambizioni mi fa sentire meno enfant prodige, più uomo maturo».
Classe 1979, originario di Castelmartini, frazione del comune di Larciano, nelle campagne pistoiesi (e allievo della prestigiosa Scuola alberghiera montecatinese), Enrico Bartolini, per tutti ufficialmente «lo chef dei record», non trattiene la commozione. E dire che dovrebbe essere temprato: di stelle Michelin, nella sua giovane età, ne ha vinte già molte. Eppure quella dell’8 novembre scorso, la dodicesima su otto ristoranti — più una verde per l’esattezza — ha un sapore un po’ diverso. Secondo la Rossa, infatti, è lui lo Chef Mentor 2023, «l’amico-consigliere», per dirla alla Omero, che aiuta i ragazzi a capire quali siano i loro bisogni, i limiti e i punti di forza. Da autentico talent scout, li scopre, li rende consapevoli e li fa crescere. Prima di lui Gualtiero Marchesi, il Maestro della cucina italiana, colui che grazie all’insegnamento ha aperto strade inimmaginabili. C’è chi in Bartolini vede un erede, anzi, l’erede. Lui nega con l’umiltà dei grandi: «Sarebbe folle anche solo pensarlo». Ma intanto mentore è diventato. E ha soltanto 43 anni (il 24 novembre prossimo).
Chiara Amati – Corriere della Sera del 11 novembre 2022
Statue nel fango: giornata storica per la cultura della Toscana
A San Casciano dei Bagni il fango restituisce un tesoro straordinario. 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana sono state ritrovate grazie al lavoro di specialisti, studiosi, ricercatori di diverse discipline. A tutti loro va il riconoscimento più grande. «Una scoperta che riscriverà la storia», ha detto l’archeologo Jacopo Tabolli dell’Università di Siena, che dal 2019 sta lavorando al progetto. A San Casciano dei Bagni potrà nascere un vero e proprio parco archeologico, con una grande capacità attrattiva.
È un rinvenimento grandioso per questo territorio: per tutti coloro che con passione e tenacia lavorano nel mondo della ricerca archeologica, portando alla luce il patrimonio del mondo antico. Ed è stato possibile perché le istituzioni ci hanno creduto, grazie al costante impegno della Sindaca Agnese Carletti. La Toscana, ancora una volta, si conferma straordinariamente ricca di bellezza antica e inedita.
Il mio cuore che batte
È il Muro che cade o il mio cuore che batte? Nell’originale la battuta è diversa. La pronuncia Ingrid Bergman in Casablanca,stringendosi ad Humphrey Bogart mentre i nazisti invadono Parigi: «Sono colpi di cannone…» con quel che segue. Ma a Berlino, la sera del 9 novembre 1989, ci dev’essere stata una ragazza che ha pensato qualcosa di simile. Il suo volto è rimasto impresso nelle riprese televisive.Avrà vent’anni, è bionda e graziosa, nonostante l’abbigliamento un po’arrangiato che vorrebbe imitare la moda d’Occidente e finisce per parodiarla. Il fidanzato, al suo fianco, è vestito nello stesso stile, jeans, giubbotto e una pettinatura della quale si pentirà presto. Si sono presentati alla frontiera tra le due Germanie e sono passati dall’altra parte. Lui ha il volto serio di chi non vuole cedere all’emozione. Lei è entusiasta e commossa. Non fa in tempo a fare un passo nel nuovo mondo e subito, in un gesto di irripetibile grazia, posa la testa sul petto del compagno, come per dire: ce l’abbiamo fatta, siamo insieme, d’ora in poi tutto è possibile. Di lei non sappiamo altro. Non possiamo essere certi che la vita non l’abbia poi delusa. Ma quel momento c’è stato, nessuno può cancellarlo. Il Muro che cade, il cuore che batte, la testa che si posa sul petto dell’amato.
Alessandro Zaccuri – Avvenire 9 novembre 2022
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