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Parole della domenica, Ennio Gori festeggia 97 anni e ricorda gli anni d’oro delle “sue”Terme

Parole della domenica, Ennio Gori festeggia 97 anni e ricorda gli anni d’oro delle “sue”Terme

Quando per tanti anni è stato alla guida delle Terme – e furono anni d’oro per la società – qualcuno non vedeva l’ora di un avvicendamento. Oggi in molti rimpiangono il mitico ingegnere Ennio Gori, che, nei giorni scorsi, ha festeggiato 97 anni, all’Hotel Tamerici & Principe di Eugenio Pancioli, circondato dall’affetto dei parenti e dei numerosi amici che ancora conservano ottimi ricordi della sua conduzione delle Terme, oltre a un profondo affetto per le sue indubbie qualità umane.
Il pistoiese Ennio Gori, ingegnere, è stato un indubbio protagonista della storia cittadina. E’ rimasto ai vertici delle Terme per 33 anni, come amministratore delegato prima e, in seguito, come presidente del consiglio di amministrazione. La sua direzione della società, iniziata dopo la fine della lunga gestione privata della nobile famiglia Bonacossa, segnò l’epoca di un forte intervento dello Stato, iniziato con le aziende Eagat ,di cui faceva parte Montecatini, per proseguire con l’Iri. Gori lasciò la guida 1994 e, due anni dopo, insieme all’albergatore Tullio Pancioli, prese la gestione delle Terme di Levico. Sembrano davvero lontani i giorni in cui l’ingegner Gori gestiva l’ultima grande stagione delle Terme, con collaboratori medici e amministrativi di grande spessore.

Ennio Gori è stato presidente delle Terme per 33 anni fino al 1994

Prima di spengere le candeline, Gori ha criticato l’attuale proprietà (Regione e Comune). “Non si è rivelata adeguata. È mancata al suo compito. Con una somma rilevante, ma non eccessiva, poteva risolvere molti problemi, facendo gli interventi richiesti e facilitando l’arrivo di un gestore capace. È mancata anche una classe dirigente”. Ed ha aggiunto: “Tempo fa, a Montecatini, partecipai a una riunione dove sarebbe stato elaborato un ordine del giorno importante per il consiglio comunale. La Regione veniva invitata a stipulare un mutuo da 40 milioni con Cassa Depositi e Prestiti. Il Comune lo avrebbe fatto da 20. La durata quarantennale avrebbe inciso in modo relativo sui bilanci pubblici e avrebbe permesso di realizzare i lavori necessari ad attrarre un gestore competente. Poi per motivi a me ignoti l’ordine del giorno non è mai stato presentato in consiglio comunale. Cassa Depositi e Prestiti ha salvato Salsomaggiore. Perché non può aiutare in questo modo anche Montecatini?”.
Poi, ha ricordato a Daniele Bernardini de “La Nazione” i tempi d’oro delle sue Terme: “Dal punto di vista dei conti, ho potuto contare su collaboratori competenti come Natale Graziani, direttore amministrativo, mentre dal punto di vista scientifico le ricerche sulle acque sono state validate dal Consiglio superiore di Sanità. Importanti accademici come Frugoni, Messini e Berretta Anguissola che dedicarono studi alle Terme”.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

I 74 ragazzi morti sul lavoro «Basta con i minori sfruttati» 

Giovani, giovanissimi, qualche volta poco più che bambini: in 74, nel nostro Paese, hanno perso la vita, nel quinquennio 2017-2021, a causa di incidenti sul lavoro. Il numero è impressionante proprio come l’età delle vittime: in 67 casi questi episodi hanno riguardato ragazzi tra i 15 e i 19 anni; gli altri 7 sono addirittura under 14. Ma c’è un altro dato che fa pensare, e che emerge dal primo Rapporto statistico sul lavoro minorile redatto da Unicef Italia, in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, celebrata ieri: negli stessi anni le denunce di infortunio di minorenni presentate all’Inail a livello nazionale sono state 352.140.
Di questo numero enorme, ben oltre la metà, 223 mila volte, si riferisce a minorenni fino a 14 anni. Le regioni con le percentuali più elevate di denunce di incidenti che riguardano lavoratori sotto i 19 anni, sono Lombardia (76.942), Emilia Romagna (40.000), Veneto (39.810) e Piemonte (31.997), che, da sole, ricoprono più del 50% del totale di infortuni nazionali regolarmente registrati. Mentre Abruzzo, Basilicata, Sardegna, e Valle d’Aosta, con la Provincia autonoma di Trento, non hanno registrato nessun infortunio con esito mortale nel quinquennio esaminato. Ben magra consolazione considerato che, incrociando i dati di Inail e Inps, l’Unicef rileva che è in crescita il numero dei ragazzi lavoratori. Nel 2022 se ne contavano 69.601 tra i 15 e i 17 anni, in aumento rispetto ai 51.845 del 2021 e ai 35.505 del 2020; la posizione di “dipendente” raccoglie la maggiore percentuale di lavoratori, seguita da “operai agricoli” e “voucher”. Nella fascia di età entro i 19 anni, nel 2021 i lavoratori sono stati 310.258, in salita rispetto ai 243.856 del 2020.
Vito Salinaro – da “Avvenire”

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