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Parole della domenica, arrivano nuove telecamere. Ma poi chi le controlla?

Parole della domenica, arrivano nuove telecamere. Ma poi chi le controlla?

Sono in arrivo alcune decine di nuove telecamere, grazie ad un progetto voluto dalla precedente giunta. Sono destinate a garantire più sorveglianza nella grande area della pineta.
Le tecnologie possono dare un importante contributo per la sicurezza di una città. Quando accade qualche episodio, ci sono molte probabilità che ci sia stata una telecamera che abbia ripreso quello che è accaduto.
Montecatini può contare su parecchi “occhi” installati in varie zone e non solo per il controllo del traffico. Si tratta sicuramente di un’opportunità per scoraggiare i malintenzionati o per catturare gli autori di qualche reato.
Crediamo, comunque, che, come proposto in alcuni recenti programmi elettorali, sia indispensabile creare una sala di controllo delle telecamere, in modo la situazione sia sempre sotto attenzione e si possa intervenire in maniera preventiva o tempestiva.
Il problema è sempre quello della carenza di personale: una centrale operativa efficiente dovrebbe essere affidata ai vigili urbani con un controllo h24. Altrimenti abbiamo tante telecamere, ma ci manca chi le guardi continuamente.

Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono
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(a cura di Mauro Lubrani)

Elezioni americane e futuro ambientale per l’Europa

Ha ragione l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, e premio Nobel per la Pace 2007, Al Gore quando ieri sosteneva che gli elettori americani si trovano di fronte alla “scelta più chiara di sempre” nelle elezioni di novembre, e che il loro esito determinerà il ritmo dell’azione per il clima (la prestigiosa rivista Foreign Policy si domanda peraltro se questa tornata presidenziale non sia il voto più importante della storia…). Ma se il peso degli Stati Uniti e di chi li guiderà sarà decisivo anche nel futuro ambientale di noi europei, non dobbiamo minimizzare l’importanza della squadra che sarà direttamente alla testa della politica dell’Ue, che proprio ieri è stata presentata a Bruxelles. 
La presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula von der Leyen, nell’indicare i nuovi membri del suo esecutivo, in tema green ha voluto esordire precisando che l’emergenza climatica “è lo sfondo principale di tutto ciò che stiamo facendo”. La scelta di von der Leyen è stata quella di spacchettare le politiche climatiche ed energetiche asse-gnandole a quattro commissari diversi. Con una indicazione precisa, però: l’impegno principale per tutti starà nel cercare il modo di cooperare e coordinarsi sui vari dossier.
Edoardo Vigna – Corriere della Sera/Clima e ambiente del 18 settembre 2024

Continua il calo delle nascite in Italia

Il calo del numero dei nati ha due componenti: il primo riguarda il numero medio di figli per donna (il cosiddetto tasso di fecondità), il secondo riguarda il numero dei potenziali genitori. Il tasso di fecondità è attualmente di 1,2, valore molto basso, ma non inusuale. Il numero medio di figli per donna era intorno a 2,4 alla fine degli anni ’60. Quindici anni dopo, il tasso di fecondità era sceso a 1,4 e da allora ha sempre oscillato tra 1,2 e 1,4: nei primi anni ’90 era già sceso a 1,2 per poi riprendersi anche a causa del maggior numero dei nati nelle famiglie di immigrati.
Carlo Cottarelli – Sky Tg24 del 18 settembre 2024

Addio ghiacciai, una situazione di massima emergenza

È dalla metà del secolo scorso che si sta assistendo al fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai. A un ritmo sempre più alto. In ogni angolo del mondo. La causa è fin troppo nota: il surriscaldamento globale legato all’inquinamento atmosferico e alle nostre cattive abitudini quotidiane. La loro scomparsa, fotografie alla mano, cambia sensibilmente il volto delle nostre Alpi e ha rischiose conseguenze anche climatico-ambientali.  Non è una novità. Ma oggi, a dare l’esatta misura della vera emergenza, c’è la recente campagna di Legambiente, la “Carovana dei ghiacciai 2024”, giunta alla quinta edizione e realizzata in collaborazione con Cipra  Italia e con la partnership scientifica del Comitato glaciolgogico italiano. Per un mese, dal 5 agosto al 9 settembre scorsi, i ghiacciai (dieci in Italia e due all’estero, Francia e Slovenia) sono diventati osservati speciali: quello che emerge è come “i grandi giganti bianchi, nonostante le nevicate tardive, siano sempre più in sofferenza mentre alcuni siano già estinti”.  Il ghiacciaio della Marmolada, la montagna più alta delle Dolomiti, potrebbe scomparire entro il 2040 (nella foto qui sotto: com’era e com’è). Quello della Mer De Glace,  sul lato nord (francese) del massiccio del Monte Bianco, si sta progressivamente assottigliando. Il Flua sul Monte Rosa è estinto dal 2001, mentre è inesorabile il declino di quelli delle Piode e il Sesia-Vigna. Il ghiacciaio di Fellaria, il terzo lombardo per estensione, ha perso il 46% della sua superficie con la creazione di un grande lago proglaciale. Per arrivare ai “giganti” delle Alpi Giulie: i ghiacciai del Canin (in Friuli Venezia Giulia) e del Triglav (in Slovenia) si sono ridotti a residui sparsi di neve e ghiaccio.  Un bilancio desolante e allarmante, che impone cambi di strategie e politiche mirate. 
Davide Gorni – Corriere della Sera, 18 settembre 2024

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