Parole della domenica ai tempi del virus, che prezzo dovrà pagare la città per salvare le Terme?
Questa settimana a Montecatini si è parlato poco del virus, che continua a imperversare sulle nostre vite, ma molto si è discusso della proposta di una società anglo-australiana interessata a rilevare i nostri stabilimenti termali e a recuperarli. Fin qui tutto bene, ma la proposta, illustrata al Comune e alla Regione (comproprietari dei beni), non finisce qui.
Gli occhi della società sono interessati soprattutto al grande patrimonio verde delle Terme, fin qui tutelato e protetto, da trasformare in abitazioni (si parla di oltre mille per attirare acquirenti internazionali) indispensabili per creare quel “centro di longevità e benessere” che sarebbe il cuore del progetto della società straniera in sinergia con la riqualificazione degli stabilimenti termali.
Gli emissari della società hanno parlato di un investimento previsto di un miliardo e 700milioni, che, proprio per la sua entità, ha fatto sorgere ancora maggiori attenzioni sulla proposta.
Da quello che è trapelato dai servizi sui giornali è che uno degli interventi dovrebbe essere nell’area ex-imbottigliamento, dove vicino esiste il parco della Salute (anche questo è interessato alle edificazioni?), con alcune centinaia di abitazioni.
L’altro intervento residenziale dovrebbe essere tra il campo pratica di golf (mai avviato) e la collina delle Panteraie probabilmente da sopra il minigolf fino alla cava Maona (in passato un progetto urbanistico nelle vicinanze della cava fu respinto perché lì sotto si trova il bacino delle acque termali).
Si tratta di un progetto imponente, che – naturalmente – dovrebbe superare vincoli paesaggistici, idrogeologici e termali, ammesso che Comune e Regione siano d’accordo (tra l’altro in Toscana è previsto un incremento urbanistico di nuovi insediamenti quasi pari allo zero). E’ logico che l’impatto non sarebbe solo urbanistico e paesaggistico, ma anche sociale.
Nella nostra precedente “Domenica” abbiamo auspicato che venga fatta un’operazione di grande trasparenza con la città, perché non si corra il rischio di distruggere (e con le Terme ci siamo abbastanza riusciti) quel modello di città turistico-termale che i nostri antenati ci hanno lasciato.
Le parole della domenica – raccolte nel web e nei giornali – ci fanno riflettere oggi anche sul dibattito aperto sulle aperture degli impianti da sci durante le festività.
Buona domenica e buona lettura a chi vuole seguirci.
(a cura di Mauro Lubrani)
QUELLA DOMENICA DELL’8 MARZO
Il sarò brevissimo di oggi è questa foto. È datata 8 marzo 2020, siamo all’Abetone e già il Covid era entrato a far parte nelle nostre vite anche se per molti non era entrato nelle nostre case, in quelle dei nostri amici e conoscenti. Proprio oggi abbiamo cominciato a riparlare di settimane bianche e di regole per fruire degli impianti nelle stazioni sciistiche e subito la mia memoria è tornata a questa immagine: dopo pochi giorni sarebbe cominciato uno dei momenti più bui degli ultimi due secoli. Arriveranno le feste di Natale, probabilmente tornerà anche lo sci: non dimentichiamo, rispettiamo le regole che abbiamo imparato.
Ilenia Reali – da “Il Tirreno” del 21 novembre 2020
L’ULTIMO WEEK-END PRIMA DEL LOCKDOWN
Ce lo ricordiamo tutti, quel primo weekend di marzo, che fu anche l’ultimo della vita precedente. Furono gli assembramenti sulle piste da sci, favoriti dalla chiusura delle scuole, a convincere il governo che per fermare la pandemia servivano misure drastiche. E a interrompere l’ultima settimana bianca arrivò il lockdown.
Ora il timore, ma forse è meglio dire l’incubo, del governo è che quelle scene possano ripetersi tra un mese, se e quando gli indicatori del contagio dovessero tornare a livelli accettabili e ci fosse un allentamento delle restrizioni. Detta più chiaramente: che nessuno si azzardi a promuovere o organizzare settimane bianche durante le vacanze di Natale. Sarà già tanto se ci sarà permesso di festeggiare in maniera sobria insieme ai nostri congiunti.
Andrea Iannuzzi – da “Repubblica” del 23 novembre 2020
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