Parole della domenica, acquistato l’hotel Astoria: un segnale di fiducia per la città
Mentre per il futuro delle Terme resta l’incognita di una prima vendita all’asta andata deserta, all’asta, invece, è stato acquistato l’Hotel Astoria appartenuto per tanti anni alla famiglia Taddei. Sicuramente l’immobile, valutato poco meno di un milione di euro, è situato in una delle più belle posizioni della città: immerso nel parco termale e a due passi dallo stabilimento Tettuccio. Ha sempre ospitato una clientela termale di alto livello, curata con eccezionale attenzione dai coniugi Guido e Maria e dai figli secondo quella che era la rinomata arte dell’ospitalità montecatinese.
E’ un ulteriore segnale che qualcuno crede nel rilancio del nostro turismo ed appunto investe in quelli che sono i suoi tesori più pregiati.
Chi avrà fatto questa scelta? Si parla di un imprenditore locale oppure di una società kazaka. E’ certo che l’Astoria è destinato ad un’ospitalità di lusso, un segnale importante per una Montecatini che ha bisogno, intorno a sé, di tanta fiducia.
Come ogni settimana, ho cercato nel web e sui giornali altre storie per chi voglia leggere ma soprattutto per chi voglia riflettere.
Buona lettura a tutti quelli che ci seguono.
(a cura di Mauro Lubrani)
Un’estate da “bollino rosso”
“Bollino rosso” significa “condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salutedelle persone sane e attive, non solo dei fragili”. Anche la vita è a rischio. E questa estate stiamo vedendo che le località da bollino rosso in tutta Italia sono sempre di più, e per molti giorni: proprio come avevano previsto i meteorologi all’inizio della stagione.
L’ondata di calore durerà ancora a lungo in gran parte dell’Italia, e del resto se i record vengono continuamente battuti vuol dire semplicemente che questa è la situazione che dobbiamo e dovremo considerare standard, anche se – come conferma (all’Adnkronos) il generale Costante De Simone, ex capo del servizio meteorologico dell’Areonautica – “è probabile che dovremo abituarci a un’Italia tagliata in due, con zone in cui si registrano picchi di caldo e siccità, e altre con temperature più basse”. Così, sottolinea De Simone, «dovendo abituarci a questi sbalzi climatici, fra ondate di caldo e temporali molto intensi, diventa comunque fondamentale la gestione e l’uso della risorsa acqua».
Edoardo Vigna – Clima e ambiente del Corriere della Sera, 31 luglio 2024
Libri sotto l’ombrellone: dal Medio Oriente alla Russia
Visto che quest’anno farò vacanze un po’ «on the road», ho messo in valigia un romanzo che parla di un’auto: R4. Da Billancourt a via Caetani(Mondadori), di Piero Trellini. Qualche pagina l’ho già letta e promette bene. Per il resto, cercare un filo conduttore in letture come sempre disordinate è inutile, perciò provo a mettere in fila qualche libro che mi ha aiutato a capire — spero — un po’ meglio Paesi che quest’anno hanno avuto, come si dice, l’onore delle cronache (anche se spesso ne avrebbero fatto volentieri a meno). Se avete già letto L’ottava vita (per Brilka) (Marsilio) della georgiana Nino Haratischwili non credo ci sia bisogno che vi consigli La luce che manca. Se non l’avete fatto, leggeteli tutti e due e magari fatemi sapere quale vi ha sorpreso, rapito e commosso di più.
Di Russia e Ucraina si continuerà a parlare, purtroppo, per molto. IlDiario di un’invasione di Andrei Kurkov mi ha fatto venir voglia di leggere sia il precedente Diari ucraini, sulla protesta di Euromaidan, che il suo romanzo Api grigie (tutti editi da Keller), storia di due vicini che un po’ si detestano ma sono rimasti gli unici due a non essere fuggiti da un villaggio del Donbass della «zona grigia», contesa tra ucraini e filorussi prima dell’invasione. Quanto alla Russia, Marta Allevato, con La Russia moralizzatrice (Piemme) mi ha fatto capire un aspetto tutt’altro che secondario del putinismo: la crociata per i valori tradizionali, come recita il sottotitolo, e la guerra senza quartiere a liberalismo, secolarismo, pacifismo, omosessualità, femminismo e altre presunte degenerazioni dell’Occidente in decadenza. Esempi di degenerazioni russe li ha invece raccolti in La mia Russia. Storie di un Paese perduto (Einaudi), Elena Kostjucenko, giornalista coraggiosa, con tutto quel che le due parole comportano all’ombra del Cremlino.
Sugli Stati Uniti, consigliare Elegia americana (Garzanti) di J.D. Vancepuò sembrare fin troppo scontato (ma forse non lo è). Perciò, per capire «quell’America lì», aggiungo Ohio (Einaudi) di Stephen Markley e Heartland (Black Coffee) di Sarah Smarsh.
Per capire cosa sia, giorno per giorno, persino in tempo «di pace», il conflitto arabo-israeliano, forse mi era già capitato di consigliare Apeirogon (Feltrinelli) di Colum McCann, storia imperdibile di un’amicizia (vera e duratura) fra un palestinese e un israeliano, figlia della più lacerante delle perdite. Adesso però il critico Franco Cordelli l’ha messo fra i 54 romanzi più belli degli ultimi 25 anni: che non vi siate fidati di me lo capisco, ma volete non fidarvi di lui?
In India si è già votato e io ancora non ho letto Figli della nuova India (Guanda) di Pankaj Mishra, per cui finisce in valigia anche quello. Voi, se volete, metteteci anche La tigre bianca (Einaudi) di Aravind Adiga, che tiene poco spazio ma ne allarga molto alla vista di chi prova a capire il Paese-continente.
Si è già votato anche in Europa e giusto adesso mi sono ricordato che non ho comprato L’allargamento (Sellerio) di Robert Menasse che, a leggere l’intervista che gli ha fatto la nostra Mara Gergolet sulla Lettura, mi sa che ha fatto di nuovo centro, dopo La capitale, il romanzo sulla Bruxellesdelle istituzioni europee. Incrocio le dita e spero di trovarlo su qualche scaffale in aeroporto.
Luca Angelini – Il Punto del Corriere della Sera, 31 luglio 2024
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