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Parole della domenica, Montecatini affida il rilancio del turismo ad un nuovo assessore

Parole della domenica, Montecatini affida il rilancio del turismo ad un nuovo assessore

La scorsa domenica il tema del giorno era il bando per la vendita di tutti i beni delle Terme, questa volta, invece, l’argomento più importante della settimana è stato quello della nomina di un assessore al turismo da tempo richiesto per la giunta del sindaco Baroncini.

Federica Pinochi,
nuovo assessore al turismo

Così Federica Pinochi entra in giunta su indicazione del gruppo dei “Bagnaioli” (Guelfi e Gabbani usciti da Forza Italia) ed esce Antonella Volpi (Lega). Un cambio che ha fatto molto discutere e che ha suscitato polemiche, dopo che la prescelta ad uscire, tra l’altro, avrebbe saputo solo dai giornali quello che invece nessuno le aveva comunicato.
Finito il tempo delle polemiche, ora arriva quello del lavoro per programmare il prossimo anno turistico con un nuovo assessore: non sarà facile perché ancora una volta dovremo confrontarci con l’incognita virus, che proprio in questi giorni è in pericolosa espansione. Senza dimenticare l’incognita Terme.
Nelle parole che vogliono offrirci momenti di riflessione come ogni settimana, parliamo anche di vite sospese ai tempi della pandemia e della situazione caotica nel mondo del calcio con diversi giocatori bloccati dal contagio.
Buona domenica.
(a cura di Mauro Lubrani)

LE VITE SOSPESE AI TEMPI DELLA PANDEMIA

Agnese Pini, direttore
de “La Nazione”

Il virus ci ha insegnato una cosa, se non altro: che la prudenza in ogni sua forma – anche verbale, anche culturale e non solo sanitaria – è davvero l’antidoto più potente contro il propagarsi del contagio, almeno fino a che non arriverà il vaccino.
Ce lo racconta, neppure fosse una fiaba di Perrault con tanto di morale, la granata piovuta da oltreoceano sulle prime pagine delle cronache del pianeta: Trump, The Donald, è in ospedale, malato di Covid, dopo aver fatto del negazionismo (anzi, del bullismo qualunquista che tanto gli è congeniale) la prima arma della sua campagna elettorale, distribuendo sfottò a chi più ragionevolmente si ostinava a indossar mascherine e a lavare le mani…

Agnese Pini – editoriale “La Nazione” del 4 Ottobre 2020

CALCIATORI RICCHI E FAMOSI, SIATE ANCHE SERI

Massimo Gramellini,
giornalista e scrittore

Con ogni probabilità il calciatore che ha contagiato mezza squadra del Genoa, mettendo a repentaglio il fine settimana di milioni di appassionati, aveva contratto il virus durante la giornata di riposo. Era già accaduto ad altri suoi colleghi, ormai talmente numerosi che, da Perin a Ibrahimovic, si potrebbe schierare un’intera formazione con tanto di panchina lunga e allenatore. Ho letto commenti del tipo: «Ovviamente non si può impedire a un giocatore di avere la vita sociale che desidera». Ovviamente. E se invece stesse proprio lì il problema? I calciatori di serie A possiedono in dosi massicce i due tesori che ogni giovane vorrebbe avere, almeno a sentire le canzoni dei rapper: fama e denaro.
Dal sistema ricevono risorse importanti e di anno in anno sempre più squilibrate rispetto a quelle riconosciute ai loro coetanei, per i quali continuano a rappresentare dei modelli di comportamento a cui ispirarsi. Fanno parte a tutti gli effetti della classe dirigente, ammesso che questa espressione significhi ancora qualcosa. Non serve essere Spiderman per riconoscere che Potere e Responsabilità dovrebbero sempre crescere di pari passo, pena l’implosione della società che su quei valori si fonda. E anche il tifoso più adorante fa fatica a digerire da un calciatore gli stessi atteggiamenti superficiali — come partecipare a una festa al chiuso senza mascherina — che suscitano polemiche feroci quando invece provengono da un politico o da un imprenditore…
In America hanno risolto il problema chiudendo i campioni del basket in una bolla dorata, ma pur sempre una bolla, da cui di fatto usciranno a fine campionato o quando arriverà il vaccino. Un simile schema non è applicabile al calcio, che coinvolge un numero maggiore di atleti e richiede campi di allenamento ben più grandi di una palestra, anche se l’idea di una Disneyland del pallone in cui far convivere per otto mesi tutte le squadre di serie A avrebbe avuto un suo fascino. E però questi ragazzi, che ormai si muovono come piccole multinazionali circondate da uffici stampa e responsabili dell’immagine che ottimizzano e monetizzano ogni loro respiro, sono perfettamente in grado di capire che il privilegio di cui godono ha un prezzo e che questo prezzo ha un senso solo se contempla qualche rinuncia… Nei miei anni da giornalista sportivo ho visto abbastanza di tutto, ma in quel tutto ho visto anche il più trasgressivo (e formidabile) fuoriclasse di sempre, con un sistema immunitario indebolito dai bagordi, mettersi in clausura volontaria alla vigilia di una partita importante per non rischiare di prendersi l’influenza e di attaccarla ai compagni. Si chiamava Diego Armando Maradona.

Massimo Gramellini – da “Il Corriere della sera” del 30 Settembre 2020

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