L’indimenticabile vacanza di Audrey Hepburn alle Terme
Montecatini, non dimentica Audrey Hepburn a poco più di mezzo secolo dalla sua indimenticabile vacanza alle Terme. Audrey nacque il 4 maggio 1929, ed è scomparsa prematuramente il 20 gennaio 1993, a soli 63 anni. Dopo la sua morte, il segretario generale dell’Onu, Boutros Ghali, la ricordò così: «Non esistono parole per illustrare la gratitudine che le Nazioni Unite e i poveri del mondo devono alla signora Hepburn». Infatti, come ambasciatrice dell’Unicef, dedicò tutta se stessa per raccogliere finanziamenti da destinare ai bambini poveri, che andava personalmente a trovare nelle zone più colpite dalla fame e dalla siccità nel mondo.
Audrey fece parte della schiera delle star di Hollywood che, nell’estate del 1954, vennero a trascorrere una vacanza a Montecatini: Spencer Tracy, Clark Gable, Paulette Gottard e il marito, lo scrittore Eric-Marie Remarque. Ma in modo particolare attirò l’attenzione Audrey Hepburn.
Audrey scelse di trascorrere una vacanza di relax e di cure termali a Montecatini su consiglio di Anita Loos, la scrittrice e sceneggiatrice considerata in quei tempi la migliore ambasciatrice della nostra città tra Hollywood, New York e Parigi. Anita Loos ebbe un ruolo importante nel successo di Audrey: fu lei a consigliarla per il film Gigi, che permise alla giovane attrice, con una superba interpretazione, di farsi conoscere ed apprezzare.
Venne a Montecatini sulle ali dell’Oscar vinto per l’interpretazione in Vacanze romane girato insieme a Gregory Peck. Proprio nel 1954 era stata la protagonista di un altro film di Billy Wilder, quel Sabrina interpretato con Bogart e Holden, un film che l’avrebbe confermata tra le grandi stelle del cinema mondiale.
Di lei ha scritto lo scrittore Alberto Arbasino, che aveva avuto la fortuna di averla per amica: «Audrey aveva stile ed aveva cuore, soprattutto. Era squisita nel portamento e nei modi, e anche un po’ stilizzata, nella sua propensione per tutto ciò che fosse irreprensibile, ineccepibile, inappuntabile. Aveva un carattere originale e piuttosto risoluto: lo si percepiva nella conversazione, nelle serate, nelle vacanze».
Audrey trasformò il concetto di sex-appeal. E come Coco Chanel insegnò alle donne a vestirsi e a vivere in modo più libero e più originale. Ma non fu solo un «manichino» di sublime eleganza. Sognava di diventare Margot Fonteyn e invece diventò Sabrina. L’immagine di Audrey è stata l’antitesi perfetta di ciò che fino ad allora era sembrato fondamentale per sedurre: il seno di Marilyn, le gambe di Betty Grable, l’aggressività di Jane Russel, la bocca sangue di bue di Joan Crawford.
In Colazione da Tiffany confermò classe, garbo e grazia insuperabili nell’interpretazione di una escort. Eppure, Truman Capote, autore del libro, al posto di Audrey avrebbe di gran lunga preferito Marilyn Monroe, a cui si era ispirato per il personaggio della protagonista. Il film, uscito in America il 5 ottobre 1961, ottenne due soli Oscar, assegnati entrambi al compositore Henry Mancini per la migliore colonna sonora e per la migliore canzone, quella Moon river interpretata in maniera straordinaria dalla voce malinconica di Audrey. L’attrice era candidata all’Oscar, che invece andò a Sophia Loren per la Ciociara.
Ma il film consacrò al mondo intero l’insuperabile stile di Audrey e il celebre tubino senza maniche indossato nella scena di apertura viene considerato il vestito più bello della storia del cinema ed è stato venduto da Christie’s nel gennaio 2006 alla cifra record di 467mila sterline.
A Montecatini, nonostante un soggiorno durato appena una settimana, ancora oggi se ne ricorda il fascino, la bellezza, la grazia del suo corpo esile, ma soprattutto quel volto quasi sempre illuminato da uno schietto e naturale sorriso e da uno sguardo enorme e penetrante. Ma anche Audrey rimase colpita e affascinata di Montecatini. Prima di andarsene, accompagnata dal marito, l’attore Mel Ferrer, da lei conosciuto durante il film Vacanze romane (poi si sposerà nel gennaio 1969 con l’italiano Andrea Dotti e verrà a vivere tra Roma e la Svizzera dove sarebbe morta nel 1993), lasciò scritto sul libro d’oro del grand hotel La Pace: Many thanks for real peace, alludendo appunto al nome dell’albergo che l’aveva ospitata.
Durante le sue serene vacanze montecatinesi, effettuò la cura delle acque e alle Terme attirò naturalmente l’attenzione e la curiosità di tantissimi turisti. Lei si dimostrò gentile, disponibile e sorridente con tutti, nonostante venisse fermata e circondata durante le sue rilassanti passeggiate. In albergo passò quasi inosservata: era frugale a tavola e dormiva moltissimo. Voleva riposare e ci riuscì davvero.
Oggi l’indimenticata e indimenticabile Sabrina viene ricordata come lei voleva: al suo nome è dedicata un’organizzazione americana senza fini di lucro, creata per continuare l’impegno umanitario a cui Audrey Hepburn dedicò gli ultimi anni della sua vita per migliorare le condizioni di vita dei bambini meno fortunati nel mondo. L’ospedale pediatrico costruito nel New Jersey è la prima struttura americana completamente destinata all’assistenza dei bambini vittime di abusi. Sul sito dell’Unicef ancora oggi è riportato il discorso che pronunciò all’Onu: «Ho visto succedere miracoli: la costruzione di pozzi che danno acqua pulita a chi prima moriva di sete, di ospedali per i malati più poveri».
Quando le chiesero di rivelare i suoi segreti di bellezza, Audrey Hepburn scrisse questo bellissimo testo che venne poi letto al suo funerale.
“Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili.
Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone.
Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l’affamato.
Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno.
Per avere un bel portamento, cammina sapendo di non essere mai sola, perchè coloro che ti amano e ti hanno amato, ti accompagnano.
Le persone, ancora più che gli oggetti, hanno bisogno di essere riparate, viziate, risvegliate, volute e salvate: non rinunciate mai a nessuno.
Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano, le troverai alla fine di entrambe le tue braccia. Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri.
La bellezza di una donna non è nei vestiti che indossa, nel suo viso o nel suo modo di sistemare i capelli. La bellezza di una donna si vede nei suoi occhi, perchè quella è la porta aperta sul suo cuore, la fonte del suo amore.
La bellezza di una donna non risiede nel suo trucco, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima. È la tenerezza che da’ l’amore, la passione che essa esprime.
La bellezza di una donna cresce con gli anni”