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Le parole della domenica al tempo del virus: sono giorni preziosi, ma nessuno si salva da solo

Le parole della domenica al tempo del virus: sono giorni preziosi, ma nessuno si salva da solo

È trascorsa un’altra settimana, che non ha placato il nostro dolore provocato dalla tragedia del coronavirus. Abbiamo cercato ancora – nel web e fuori – parole che possano darci un segno di speranza e che rasserenino un po’ il nostro cuore. Per chi voglia leggere e soprattutto riflettere.
(a cura di Mauro Lubrani)

NESSUNO SI SALVA DA SOLO

“Siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo trovati su una stessa barca fragili e disorientati, ma allo stesso tempo importanti e necessari, chiamati a remare insieme e a confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti. E ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo. Ma solo insieme. Nessuno si salva da solo”. 

Papa Francesco

Il “poeta paesologo” Franco Arminio

SONO GIORNI PREZIOSI

Tutto ciò che non era nostro
è caduto, ora dobbiamo vivere
con ciò che ci resta,
ora sappiamo che la vita è enorme
anche quando è silenziosa e ferma.
Il sacro è tornato, è sacro
scrivere una lettera, aspettare un abbraccio
alla fine di questa sventura, parlare d’amore, accompagnare qualcuno nel fiordo
della tua paura.
Sono giorni rari, sono giorni preziosi,
facciamo qualcosa per meritarceli,
in fondo è un privilegio essere qui,
ognuno a casa sua
ma tutti assieme nella casa del mondo.

Franco Arminio – poeta

da ALTRE /STORIE
di Mario Calabresi
https://www.mariocalabresi.com

UNA PARENTESI DI RIFLESSIONE

Io spero che questo momento cambi gli ostinati, i duri per forza. Spero che sia una parentesi di riflessione e soprattutto di consapevolezza. Spero che si riesca a comprendere che l’egoismo non porta a niente in casi dove per tutela propria dobbiamo pensare anche e soprattutto a rispettare gli altri. La gente si era abituata a una libertà sconsiderata e irresponsabile lontana dal concetto fondamentale quello che essa è una forma di disciplina esaltata dalla frase di Martin Luter king: la mia libertà finisce dove inizia la vostra. Quindi quella capacità di pensare al prossimo facendo agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. E così il rispetto, quello che molti hanno perso… Calzo i guanti e mi metto la mascherina per tutelare me stesso e contemporaneamente tutelare gli altri. E ovviamente tutto ciò riflesso in ogni ambito del vivere in comunità per il rispetto delle persone e del mondo che ci ospita.
Questo silenzio assordante. queste città senza colori. senza sorrisi. queste persone pallide e spaurite dove ormai cogli solo gli sguardi e pochi gesti calcolati… devono essere motivo di risveglio.di rinascita.di credo.di fede. lontano dai luoghi comuni.dall’uomo pecora verso i partiti. Un uomo consapevole e armato di buoni principi.
Questo momento per chi è figlio degli anni ’60  e che ha vissuto solo gli anni buoni della ricostruzione e del benessere, è paragonabile ad una guerra. Una guerra dove l arma è un virus e non bombe ed armi da combattimento. Un arma invisibile ma devastante.
Io che ho un marito nato in India, apprendo più che mai oggi che popolo sia quello indiano, dove, pur con divari sociali infiniti, il bene di tutti è primario.

Nicoletta Giovannelli – Docente di arte applicata

SOTTRARRE, UNA PAROLA DA AMARE

Ho sempre amato la parola sottrarre. Mentre riempire soffoca tutti gli elementi, il vuoto amplifica il peso e il significato di ciò che resta. 
Finora sembrava impossibile riuscire ad applicare questa regola nella nostra vita, e non ne saremmo mai stati capaci senza questo gravissimo shock. 
In questo momento dobbiamo cercare di non soccombere al senso di ingiustizia e alla tristezza per le troppe vite perdute, all’angoscia per i contraccolpi economici e sul lavoro. Ci penseremo e troveremo spiegazioni, soluzioni e la forza per reagire, ma non oggi. 
Adesso è il momento di lasciar dissolvere il superfluo e considerare quanto sta accadendo come una sorta di avvertimento. 
Questa pandemia ci ha fatto riscoprire tutti fragili e inermi, costringendoci a individuare cosa sia veramente essenziale, quello per cui ha davvero senso vivere. Togliendoci tutto il contorno ci ha obbligato a portare alla luce ciò che ci dà gioia incondizionata, e a fare i conti con tutto quanto ce la toglie. 
Ora, proprio ora è il momento per amplificare il buono, cercando di eliminare o almeno contrastare i fattori che oggi, con questo vuoto intorno, riconosciamo come deleteri o comunque inutili, perché al meglio tolgono energie, denaro, tempo, aggiungendo come contropartita soltanto briciole.

Il futuro? Certamente non sarà peggiore se sapremo (almeno questa volta) coltivare la memoria, e conservare quanto abbiamo imparato.

Federica Pinochi – Esperta di comunicazione

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