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La morte del centenario Henry Kissinger. L’ex-Segretario di Stato Usa visitò Montecatini su invito di Maccioni

La morte del centenario Henry Kissinger. L’ex-Segretario di Stato Usa visitò Montecatini su invito di Maccioni

Erano ancora anni d’oro per Montecatini, quando Henry Kissinger venne a trascorrere un periodo di riposo nella città delle Terme più famose al mondo. Resta celebre la foto scattata da Francesco Rosellini della visita allo stabilimento Tettuccio accompagnato dall’allora presidente delle Terme Ennio Gori, dal direttore delle stesse Francesco Bernacchi, da Ricciardo Pucci, che ospitò l’illustre ospite al Grand Hotel La Pace, e da Sirio Maccioni, indiscusso ambasciatore della nostra città in America con il suo “Le Cinque”, che lo aveva invitato.

Henry Kissinger alle Terme Tettuccio accompagnato da Ennio Gori, Ricciardo Pucci, Sirio Maccioni e Pierfrancesco Vernaccvhi
(Foto Rosellini)

Stanotte, Kissinger, il potente ex-segretario Usa che ha segnato la diplomazia americana e la guerra fredda negli anni ‘70:, si è spento all’età di 100 anni nella sua casa in Connecticut.
Del segretario di Stato americano, dell’uomo al quale da Kennedy in poi tutti i presidenti hanno chiesto consigli nei momenti più duri, del Nobel per la pace (quella raggiunta in Vietnam) da molti considerato un criminale di guerra (quella combattuta in Vietnam, e molte altre) si può dire ed è stato detto di tutto. 
Quello che non si può non dire è che è stato un uomo eccezionale, un ebreo tedesco sfuggito al destino della Shoah e capace di indirizzare il mondo, un americano perfetto che ha interpretato il cinismo realista non come il male minore ma come l’unica soluzione possibile, uno studioso straordinario il cui manuale di storia delle relazioni internazionali è una delizia intellettuale, uno dei politici più intelligenti di sempre. Il suo cervello portentoso è stato studiato scientificamente, la sua vita resterà inimitabile.
Viviana Mazza, la corrispondente dall’America del Corriere della Sera, racconta così il suo ricordo più recente: «È stata una delle ultime apparizioni pubbliche di Henry Kissinger: il 5 ottobre scorso, meno di 48 ore prima dell’attacco di Hamas in Israele, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di Stato sotto le amministrazioni di Nixon e Ford era apparso in una sala gremita del Council on Foreign Relations a New York. Tra gli spettatori: membri del prestigioso think tank americano, giornalisti e anche l’ex premier israeliano Ehud Barak. Kissinger aveva accettato l’invito per parlare della guerra dello Yom Kippur, in occasione del cinquantesimo anniversario, intervistato sul palco dall’ex ambasciatore americano in Israele Martin Indyk, che gli ha dedicato il libro “Master of the Game”. Parlava lentamente, con voce a tratti vacillante, come se fosse diventato fisicamente pesante formare le parole. Ed era come se l’accento tedesco, con gli anni, fosse tornato più forte. Ma ricordava tutti i dettagli, giorno per giorno e momento per momento – come a un certo punto dell’incontro di un’ora ha notato l’intervistatore allibito. Ricordava chi c’era e cosa si era detto ai singoli incontri di governo e a che ora erano avvenute le telefonate tra leader durante la guerra dello Yom Kippur”.
Per il politologo Robert Kaplan, Kissinger è stato il più grande statista bismarckiano del Ventesimo secolo. Con un occhio attento anche sull’Italia, di cui Kissinger, amico intimo di Gianni Agnelli, apprezzava il ruolo nel Patto atlantico pur avendo il Partito comunista più potente d’Occidente.
Nel luglio scorso, Il centenario Henry Kissinger ha incontrato il presidente Xi Jinping a Pechino alla Diaoyutai State Guesthouse. Una mossa che conferma l’impegno americano per rapporti più stretti con Pechino dopo mesi di altissima tensione su Taiwan. 


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