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Indimenticabile concerto di Charles Aznavour in un teatro Verdi semivuoto

Indimenticabile concerto di Charles Aznavour in un teatro Verdi semivuoto

E’ morto, a 94 anni, Charles Aznavour, il cantante francese di origini armene (il suo vero nome era Shahnour Vaghinagh Aznavourian) più applaudito nel mondo.

Anche lui fu protagonista di un grande appuntamento al teatro Verdi, grazie ai frequenti scambi di cortesie e di grandi interpreti tra Sergio Bernardini e Inigo Cortesi. Erano ancora i tempi in cui il teatro Verdi aveva una copertura provvisoria di una tenda di plastica, in attesa della sua trasformazione in un vero e proprio teatro con la copertura dell’attuale tendone.

Cortesi, come consueto, organizzò un ricco cartellone per quella estate (tra l’altro anche uno show di Roberto Benigni, futuro premio Oscar). Aznavour era il clou, ma, nonostante la città fosse strapiena di turisti, quella sera il teatro si presentò semivuoto per la delusione del cantante abituato a tournée da tutto esaurito e dello stesso Cortesi. Il manager montecatinese sperò in un’affluenza dell’ultimo momento al botteghino, ma non fu così.

Che concerto avrebbe potuto riservare allo scarso pubblico di Montecatini un monumento mondiale della canzone come Aznavour? Alle 21.30 il palcoscenico si aprì e apparve il cantautore francese. In perfetto italiano disse: “In queste condizioni avrei potuto rinunciare a cantare, ma invece lo farò ancora meglio per voi che siete qui”.

E seguì un concerto indimenticabile con tutte le sue canzoni più belle, veri capolavori immortali.

Aznavour era nato a Parigi il 2 marzo 1924 da una coppia di immigrati armeni. Nella sua carriera ha venduto 300 milioni di dischi incisi in 7 lingue e recitato in 80 film fra cui Il passaggio del Reno, Leone d’oro a Venezia. Forte il suo legame con l’Italia. Il padre Micha fu salvato da una delle maggiori stragi che vennero inflitte al popolo armeno, da una nave italiana. E fu proprio il coraggio del comandante a sottrarre l’uomo agli inseguitori. In omaggio all’Italia la sorella maggiore dell’artista fu chiamata Aida. Questa fu una delle ragioni che portarono Aznavour a pubblicare ed eseguire dal vivo i suoi capolavori nella nostra lingua.

Scoperto da Edith Piaf, che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce nel dopoguerra come cantautore. Ma il riconoscimento mondiale arrivò nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: uno strepitoso successo che gli permise di entrare nella storia come monumento della canzone francese.

Il fatto che cantasse in sette lingue gli consentì di esibirsi in tutto il mondo divenendo ovunque famosissimo. Il suo immenso repertorio è dominato da una sottile e struggente melanconia, che raggiunge i massimi livelli in Ed io fra di voi, la canzone di un uomo che coglie i segni del tradimento da parte della donna amata che si svolge sotto i suoi occhi. La dirompente sofferenza del tradito è espressa con una intensità che ha pochi eguali. L’altro vertice espressivo viene raggiunto in Quel che si dice, ovvero la triste esistenza solitaria di un omosessuale, che, smessi i lustrini e i belletti del palco, torna ogni alba a casa a curare la vecchia madre. Diceva: «Credo che questa canzone abbia giovato alla causa degli omosessuali, all’epoca ancora oggetto di scherno e discriminazione».

Come attore si impose all’attenzione della critica e del pubblico a partire dalla sua interpretazione in ‘La tête contre les murs’ (La fossa dei disperati) nel1958. Compose la colonna sonora di diversi film da lui interpretati. Anche Stanley Kubrik utilizzò una canzone di Aznavour (composta con Georges Garvarentz) ‘Old Fashioned Way’in ‘Eyes wide shut’. Suo il brano ‘She’ utilizzato come colonna sonora (nella versione rifatta da Elvis Costello) del film ‘Notting Hill’.

L’altra faccia di Aznavour è stata quella del combattente per la libertà del popolo armeno. La tragedia di quelle genti, delle quali si sentiva parte, è sempre stata in cima ai suoi pensieri. L’aiuto materiale e morale dato sul quel fronte da Aznavour è statoimmenso e difficile da calcolare. Tra l’altro, finanziava l’unico volo settimanale che collegava il suo Paese con Parigi per permettere ai suoi connazionali di venire a trovare i parenti in Francia.

Un record, quello del cantante francese legatissimo alle sue origini armene, che salì per la prima volta su un palco all’età di 9 anni fino all’ultimo concerto, il 19 settembre scorso, a Osaka, In Giappone.

Anche se lui avrebbe voluto cantare fino ai 100 anni. Era previsto per il 26 ottobre a Bruxelles il suo prossimo concerto.

 

 

 

 

 

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