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Luca Lubrani
E'
morta, nella sua casa di Manhattan, all'età di 76
anni, Sallie Wilson, considerata la più importante
ballerina classica d'America per le sue eccezionali
performance &emdash; tra gli anni '60 e '70 &emdash; in
balletti classici e moderni di Antony Tudor, George
Balanchine, Jerome Robbins e Alvin Ailey. «Era una cara
amica di Montecatini &emdash; come ricorda Renzo Borelli,
gestore del bar Tettuccio &emdash; e una trentennale cliente
del grand hotel Bellavista e del Cappelli. Ogni volta che
per lavoro si trovava in Europa, faceva visita alla nostra
città. E ripeteva sempre che amava Montecatini in
ogni stagione».
NEL 1979 il New York Times scrisse che la Wilson aveva
lasciato un'impronta indelebile nel pubblico di questo
genere di spettacoli. In modo particolare fu applaudita nei
lavori di Antony Tudor, il grande coreografo inglese di
balletti drammatici che si trasferì a New York nel
1940 e il cui nome fu per anni associato al prestigioso
American Ballet Theater.
FU
TUDOR a scoprirla tra le allieve del Ballet Theater, che
addirittura non aveva compreso le enormi qualità di
questa giovane ballerina e l'aveva scartata. Ma fu lo stesso
Tudor che convinse il Ballet Theater a riprenderla nel 1956,
dopo che tra il 1950 e il 1955 aveva danzato per il
Metropolitan Opera Ballet. Tornata alla prima compagnia,
divenuta nel frattempo American Ballet Theatre; qui viene
nominata solista (1957) e prima ballerina (1961). Si
esibì in seguito anche con il New York City Ballet,
creando il ruolo di Maria Stuarda in Episodes della Graham
(1959) e danzando da protagonista in Les noces di Robbins
(1965).
ALCUNI lavori che contribuirono a far diventare Sallie
Wilson una leggenda furono Pillar of fire, Jardin aux Lilas,
Dim Lustre e Dark elegies. La Wilson nella sua lunga
carriera ha lavorato per varie compagnie di balletto nel
mondo ed ha anche insegnato a giovani allieve. Il suo ultimo
spettacolo da grande protagonista fu nel 1980.
Ella fece anche diverse coreografie per varie compagnie e
nel 1980 creò una elaborata produzione a Venezia del
Prince delle pagode di Benjamin Britten, che ebbe come
principale protagonista Carla Fracci (nella foto insieme).
Sempre per la grande etoile italiana, nel 1994,
presentò alla Scala un'edizione eccezionale del
balletto di Tudor Pillar of Fire, per la quale era stata
stata l'interprete di elezione ed era diventata famosa nel
mondo.
Celebre la sua frase: «Ogni movimento o ogni
non-movimento sul palco è danza».
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