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Domenica 12 aprile il calcio biancoceleste è in festa per la promozione in serie D. La manifestazione avrà inizio alle 12 con l'intitolazione del campo in sintetico (ex-Sussidiario) ad Amos Mariani; nel pomeriggio, allo stadio "Mariotti" festa con la partecipazione di tanti protagonisti degli anni d'oro del calcio biancoceleste negli anni Settanta.
Noi vogliamo ricordare quei momenti straordinari per lo sport montecatinese con un articolo del giornalista e scrittore Mauro Lubrani, pubblicato di recente da "La Nazione".
La vittoria di 41 anni fa nacque con l’arrivo dell’albergatore Tullio Pancioli alla presidenza del Montecatini, che era affiancato da altri importanti imprenditori locali turistici e non. Seguì subito la scelta dell’allenatore, che cadde su Luciano Mazzei, considerato all’epoca il migliore a livello dilettantistico. Quindi, seguì la ricerca dei giocatori che avrebbero garantito quello che era l’obiettivo della società: vincere il campionato. Mazzei, che nel frattempo continuava a giocare da libero, puntò su una difesa-bunker (Berni, Menconi, Picchi, Butori e Ceseri), un centrocampo di qualità formato dai vari Pucci, Burchi, Balsimelli e Innocenti) e un attacco da fare invidia a tutti con super-bomber Celi in coppia con Dell’Unto, Banti e un giovanissimo Lencioni, che presto sarebbe stato titolare. Il Montecatini, secondo previsioni, si aggiudicò il campionato (Pescia, San Miniato e Larcianese furono le avversarie più agguerrite). Grandi e pieni di entusiasmo furono i festeggiamenti con una cena popolare allo stadio con la partecipazione di oltre mille sportivi. Ma la società del presidente Pancioli non poteva certo accontentarsi della Promozione e il progetto fu quello di dare subito l’assalto al campionato di serie D. Molte avversarie erano più quotate, ma i biancocelesti, grazie ad alcuni azzeccati inserimenti di giocatori esperti e validi (Ramagini, Batini, Masi, Rogovich), ormai erano lanciatissimi e arrivò l’atteso bis. La festa della promozione tra i semiprofessionisti si svolse al grand hotel Bellavista con il presidente Pancioli a fare da padrone di casa. Nel giro di appena sei anni, il Montecatini riuscì a conquistare la serie C2 e si scrisse allora di «una squadra perfetta, frutto di una seria opera programmatrice di una società nella quale, è doveroso riconoscerlo con assoluta onestà, la gestione Pancioli si è avvertita profondamente». La società biancoceleste aveva la sua forza riconosciuta nella dirigenza e nella struttura organizzativa professionistica (il segretario Fabio Bonelli, i ds Nanni Maglione e poi Guglielmo Magrini), gli allenatori del dopo Mazzei (Bertoloni e Robotti), il Centro coordinamento che arrivò a quota 14 club sotto l’entusiastica guida di Gianfranco Pacini, l’intuizione dell’importanza della comunicazione affidata a un giornalista del valore di Riccardo Tofanelli con una rivista curata dall’indimenticato Oriano Micheli. E poi c’era un settore giovanile capace di sfornare elementi per la prima squadra come Tintorini, Sessi, Toscani, Razzoli (e chissà quanti altri ne dimentichiamo). Prima che iniziassero gli anni dell’inevitabile declino (erano i tempi in cui cresceva il basket rossoblù di Vito Panati e, guarda caso, oggi sparita la pallacanestro il calcio torna in auge), il Montecatini arrivò addirittura a sfiorare la serie C1, contendendo a Prato, Carrarese, Siena il primato del Granducato con memorabili sfide, che ancora oggi sono ricordate da tanti sportivi che hanno avuto la fortuna di vivere quei momenti. Ora, con la nuova promozione in serie D, si potrebbe riaprire un ciclo vincente ed è quello che auguriamo a chi ha avuto la forza di riportare in alto i gloriosi colori biancocelesti.
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