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Luca de Simone
L'Accademia
d'Arte ha reso omaggio al suo fondatore, Dino Scalabrino,
con una serata di letture, testimonianze e immagini che ne
hanno evocato l'instancabile operato. Il Museo nacque
infatti nel 1963 dalla sua intuizione di accogliere le opere
d'arte offerte a titolo gratuito -
come omaggio o donazione da collezionisti,
artisti, visitatori e galleristi di passaggio nella
cittadina - , in una sorta di «mecenatismo ala
rovescia» che fu poi la caratteristica della
collezione. Dino Scalabrino per un quarto di secolo è
stato, nella doppia veste di direttore sanitario delle terme
e di direttore dell'Azienda autonoma di cura e soggiorno, il
personaggio-simbolo della Montecatini nel massimo splendore
del termalismo. Puntò sul turismo d'alto livello
facendo di Montecatini una delle località preferite
del jet-set mondiale: a "passare le acque" arrivarono
infatti Grace e Ranieri di Monaco, i re e i principi di
Svezia, Danimarca, Olanda, Lussemburgo e re Ibn Saud con la
sua corte, arrivò anche lo Scià di Persia.
Indimenticato, poi, è rimasto il ricordo dell'annuale
galà di Settembre alle Panteraie, il cui ricavato
andava proprio all'Accademia.
Dino
Scalabrino nacque a Montecatini il 31 maggio 1908, dove il
padre Alberto, che fu tra i fondatori del Pronto soccorso,
si era trasferito per avere vinto il concorso di medico
condotto. La famiglia è di origini siciliane.
Scalabrino per un quarto di secolo fu il personaggio-simbolo
della Montecatini nel massimo splendore del termalismo.
È il tempo dei re e dei divi di Hollywood che si
alternano negli eleganti alberghi. Il professor Scalabrino
è il protagonista di quel periodo irripetibile, dalla
fine degli anni '40 al 1974 (anno della sua morte), nella
doppia veste di direttore sanitario delle terme e di
direttore dell'Azienda autonoma di cura e soggiorno.
Morì alle 4 del 15 aprile 1974 nella sua casa di via
Magenta, dopo essere stato fino all'ultimo istante al suo
posto di lavoro. Pochi giorni prima, aveva guidato
l'assemblea dei soci dell'Accademia d'arte ed aveva compiuto
un sopralluogo ai lavori in corso per l'ampliamernto del
sottosuolo. Lo stesso giorno aveva ricevuto clienti nel suo
studio medico ed era stato alla palazzina delle Terme.
La sua "scalata" alla guida della Montecatini
turistico-termale era iniziata appena dopo la dura
esperienza della guerra. Si era salvato a stento sul fronte
russo, dove aveva partecipato come ufficiale di complemento
degli alpini con la divisione Julia, guadagnandosi una croce
al merito di guerra ed un encomio solenne sul campo di
Postojali. Aveva trascorso la convalescenza nell'ospedale
militare allestito alla Locanda Maggiore.
Alle Terme fu avvicinato dal padre Alberto, quando era
ancora studente a Bologna, che lo presentò al
professor Mariano Messini nell'istituto di ricerche di
Montecatini, istituito nel 1931 su proposta del professor
Frugoni, e diretto allora dal patologo generale di Milano,
accademico P. Rondoni. Dino Scalabrino effettuò nel
centro studi, prima come allievo interno e, dopo il 1934,
come medico, varie ricerche sugli effetti delle acque
termali. Fu assistente in clinica medica a Bologna e poi a
Firenze, dove esercitò la libera docenza dal
1951.
Nel 1948 Scalabrino fu nominato direttore sanitario delle
terme, incarico che in precedenza era stato ricoperto da
altri illustri clinici: Fedeli, Grocco, Queirolo, Frugoni,
Messini. Incarico che successivamente è stato
ricoperto da suo figlio Alberto. Fu anche consigliere di
amministrazione della società delle Terme dal 1958 al
1967. Erano gli anni d'oro del termalismo, caratterizzati
dai congressi della Camera dei medici di Germania e Austria,
che si protrarranno per decenni. Scalabrino pubblicò
una cinquantina di lavori di medicina e di idrologia con
particolare riguardo alle applicazioni terapeutiche delle
acque salso-solfato-alcaline.
Così lo ricordò il professor Messini, poche
settimane dopo la morte, durante l'inaugurazione della 17a
edizione delle Giornate mediche: "Scalabrino si
dedicò ininterrottamente alla sua città, che
profondamente amava e lo fece con straordinaria, intensa
continuità, con sagaci e importanti iniziative e
proficui risultati. Dette tutta la sua opera, anche con una
diretta partecipazione, all'attività promozionale
delle Terme in varie regioni italiane e all'estero. Seppe
iniziare e mantenere stretti e importanti rapporti con molti
paesi stranieri, per la sempre più diffusa conoscenza
e il sempre maggiore incremento di Montecatini.
Particolarmente rilevanti i congressi internazionali di
aggiornamento per medici di lingua tedesca, di cui
quest'anno dal 26 maggio all'8 giugno si svolgerà la
12a edizione. La medicina italiana, il turismo, le terme di
Montecatini hanno perduto con Dino Scalabrino una
incomparabile guida". E si trattava di congressi scientifici
di rilevanza internazionale per la presenza di premi Nobel
(come Daniel Bovet, tanto per citarne uno) o di personaggi
della medicina come Pietro Valdoni, Cesare Frugoni, Nicola
Pende per finire agli idrologi di fama mondiale.
Dal 1960, come presidente dell'Azienda di cura, istituita il
25 aprile 1929, Scalabrino puntò sul turismo d'alto
livello e dà vita alla manifestazione filatelica
Europa a Montecatini, in grado attirare appassionati da
tutto il continente. Allaccia rapporti con le città
della Costa Azzurra e questo gemellaggio farà di
Montecatini una delle piazze preferite del jet-set mondiale.
Non a caso a "passare le acque" arrivano Grace e Ranieri di
Monaco, addiruttura la prima volta in viaggio di nozze e
prima di arrivare in Vaticano dove saranno ricevuti dal
capo. Alle terme Tettuccio si ritrovavano per cura i re e i
principi di Svezia, Danimarca, Olanda, Lussemburgo: re Ibn
Saud con la sua corte da mille e una notte; arriva anche lo
Scià di Persia, che affida alle cure delle acque la
speranza di una sua guarigione da una grave malattia.
Montecatini ospita anche i duchi di Windsor, Rose Kennedy e
per tutto il riferimento costante e continuo è lui,
il professor Scalabrino.
Nella commemorazione di qualche giorno dopo, affidata al
cav. Liano Lorenzi, consigliere delegato e rappresentante
dell'Ente per il turismo, fu sottolineato che le
qualità più importanti di Scalabrino erano "la
volontà di fare, di fare, di fare e un'indiscutibile
onestà di intenti nel più nobile disinteresse
personale, la signorile modestia dei modi. Tutto questo
faceva del professor Scalabrino il presidente per
eccellenza, il presidente per vocazione, il presidente per
elezione, qualunque sia stato il sodalizio di cui era socio,
uno di quei rari presidenti che sanno presiedere, sanno
dirigere, sanno eseguire. E ad questo si aggiunga anche
l'essere un meticoloso, quanto sicuro e paziente
organizzatore". Indimenticato è rimasto il ricordo
dell'annuale galà di Settembre alle Panteraie, il cui
ricavato andava all'Accademia d'arte.
Al suo nome è legata l'Accademia d'arte - a lui
intitolata il 24 giugno 1974- che ebbe la prima sede nel
1964 a La Fortuna, poi a Villa Perrotta e infine a Villa
delle Ortensie dal 29 ottobre 1970. Il museo, con pregevoli
opere di artisti di fama che di Scalabrino erano amici, fu
visitato anche dai Presidenti del Consiglio Emilio Colombo e
Giulio Andreotti.
Nella "sua" Accademia, a circa due mesi dalla scomparsa,
venne ricordato alla presenza di numerose autorità.
Il ministro Togni affermò che "Dino Scalabrino era un
uomo straordinario: per la poliedricità del suo
ingegno, per la varietà delle sue attitudini, per il
suo altruismo e per il suo interesse. Ma alla base di tutte
le sue virtù c'era un amore sconfinato per la sua
Montecatini: nato a Montecatini visse fino all'ultimo suo
giorno a Montecatini e per Montecatini, che sognava sempre
più bella, sempre più grande, sempre
più famosa in Italia e nel mondo. Le sue armi non
furono soltanto quelle della scienza e della cultura, ma
anche e soprattutto quelle della bontà,
dell'umanità, della saggezza di saper vivere
onestamente e civilmente, anche in un mondo agitato, diviso
e tormentato".
Fondò il Lions Club, fra i primi dieci in Italia, di
cui fu presidente per due volte in epoche diverse,
vicegovernatore del Distretto, rifiutando più tardi
il maggiore incarico. Diventò anche presidente della
locale squadra di calcio.
È amico di importanti uomini politici e viene ormai
identificato con il "marchio" dell'alta qualità
montecatinese, tanto che il Presidente della Repubblica
francese, Renè Coty, gli conferì addirittura
la Legion d'Onore. Un raro e giusto riconoscimento per un
uomo che merita la riconoscenza di tutti i montecatinesi di
ieri e di oggi.
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