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Luca de Simone
E'scomparso
già da sei anni, il 4 giugno 2004, all'età di
83 anni, ma la sua interpretazione di Geppetto nello
sceneggiato televisivo Pinocchio resta insuperabile. la
conferma è venuta, nel novembre scorso, quando la
fiction è stata riproposta da RaiUno ed ha ottenuto
il 31,8% di share e 7 milioni e 723mila spettatori.
Nino Manfredi è stato un amico della città ed
era considerato l'ultimo dei grandi attori del cinema
italiano del secolo scorso, dopo le morti di Ugo Tognazzi
(1990), Marcello Mastroianni (1996), Vittorio Gasman (2000)
e Alberto Sordi (2003).
Nato a Castro dei Volsci il 22 marzo 1921, quello del grande
attore ciociaro è un percorso artistico ed umano che
si intreccia con alcune delle pagine più brillanti
della storia del nostro cinema, del teatro e della
televisione del dopoguerra. Laureato in giurisprudenza,
frequenta l'Accademia d'arte drammatica, attore di grande
sensibilità e di immediata simpatia, raggiunse la
popolarità alla fine degli anni Cinquanta grazie ad
una serie di film fortunati e di celebri macchiette
televisive (come quella del ciociaro di Ceccano) in cui si
è specchiata l'Italia del boom. Il successo arriva
nel 1953, quando si afferma come attore comico alla radio e
in rivista.
Gran successo con Un trapezio per Lisistrata nel 1958
e con Rugantino nel 1963. Di pari passo va al cinema,
dove alterna parti dialettali e di caratterista, spesso in
coppia con Alberto Sordi, a parti di protagonista con
Camping, nel 1957, diretto niente di meno che
dall'esordiente Franco Zeffirelli e girato in gran parte a
Montecatini (nella foto). Dall'Audace colpo dei
soliti ignoti a Straziami ma di baci saziami, da
Gli amori difficili a Pane e cioccolata
Manfredi ha impersonato il ritratto di un italiano furbo ma
non vile, allegro ma non spensierato.
Ma
Manfredi si è anche cimentato con successo nella
regia (ottimo l'esordio con Per grazia ricevuta del
1971) ed a teatro (sia come interprete di musical storici
con Garinei e Giovannini, che come autore in W gli sposi
del 1990). In televisione ha spaziato dal varietà
del sabato sera (Canzonissima) ai grandi sceneggiati,
come il Pinocchio di Comencini del 1971, in cui
impersonò in maniera straordinaria il ruolo di
Geppetto. Una curiosità: prima di Linda e il
brigadiere, Manfredi aveva già interpretato la
parte di un poliziotto in uno sceneggiato di RaiUno, per la
precisione in Un commissario a Roma, un grande
successo del 1992. Cinque anni dopo, anche se retrocesso (da
commissario a brigadiere) e mandato in pensione, per il
poliziotto Manfredi il successo è rimasto
immutato.
Non sempre la critica è stata benevola con lui,
spesso sarà accusato di «non rinunciare a nessun
vezzo gigionesco», ma il grosso pubblico lo applaude e
lo consacra come uno dei suoi beniamini.
Nel 1970 esce con Per grazia ricevuta. È
Oreste del Buono ad incoraggiarlo ad affrontare questa
storia piuttosto autobiografica, e per ringraziamento
Manfredi chiamerà Oreste uno dei personaggi
principali. Il film è record d'incassi per la
stagione 1970-71 e premio opera prima a Cannes. E Manfredi
canta anche le canzoni Per grazia ricevuta e Me
pizzica, me mozzica. Del resto, lo si era già
sentito cantare sia nella rivista sia in televisione.
Passano gli anni, Manfredi diventa testimonial di una marca
di caffè e si attira critiche a non finire, ma lui
non ci fa caso. La critica cinematografica parla di
«affinamento dei suoi mezzi comici grazie ad una
continua presenza», lo esalta per C'eravamo tanto
amati del 1975. Con In nome del papa re, tornano
le critiche alla gigioneria, alla didascalicità, ma
il pubblico batte le mani al suo anticlericalismo beffardo.
Critica e pubblico sono d'accordo per Cafè
express, 1980 diretto da Nanny Loi, nel sottolineare la
sua vena agrodolce. Nel 1981 eccolo sceneggiatore,
interprete e regista di Nudo di donna e da questo
momento, per la critica, si dedicherà a film poco
impegnati. Con Spaghetti House tornano le accuse di
gigioneria che lo hanno accompagnato e lo accompagneranno
finché continuerà a recitare.
Gigiona, gigiona a più non posso, ma piace, piace
tanto al pubblico televisivo.
Nel privato? Una vita da sempre la moglie Erminia, e come
figli un maschio Luca e una femmina Roberta, oltre alla
figlia naturale Tonina,che gli hanno regalato sette
nipoti.
Più volte è tornato a Montecatini per girare
film o per prendere parte a spettacoli televisivi dal teatro
Verdi. E' in una di queste occasioni che ci rilasciò
questa intervista.
-Lei ha quasi cinquant'anni di successi alle spalle: ha
un segreto particolare per questo e per non stancare il
pubblico?
«Lo devo alla preparazione. Io credo di essere uno
dei pochi, senza temere di essere presuntuoso, uno dei pochi
ad essere veramente preparato. Continuo a studiare ancora
oggi a distanza di quasi quarant'anni da quando, nel 1946,
mi sono diplomato e laureato quasi allo stesso momento in
Accademia. Ancora oggi se devo impostare e costruire un
personaggio la mia fatica ritorna all'Accademia, a quello
che mi hanno insegnato, alla scuola che io ho seguito. Il
segreto è questa grande preparazione, il grande amore
per la professione, essere a contatto con la realtà
con i giovani che possono dare moltissimo a noi. Se non ci
bagniamo continuamente nella giovinezza, invecchiamo
immediatamente».
- I suoi film con Sordi?
«Sono stati pochi, purtroppo. Nella vita, tra
l'altro, siamo molto amici. Io credo che il nostro sarebbe
un incontro bellissimo in qualsiasi film ci fosse
l'occasione di recitare insieme».
-Il bilancio della sua carriera è tutto positivo o
vorrebbe cancellare qualcosa?
«Secondo me è tutto positivo, compresi gli
errori. Lo sbaglio, quando si riconosce, serve a migliorare
ed a cambiare. Secondo me, un uomo che considera positiva
tutta la sua carriera e la crede tutta riuscita mi preoccupa
anche un pochettino. Se invece uno considera positiva la sua
carriera perché metà sbagliata, questo io
comincio ad amarlo ed a capire che è una persona
intelligente, perché sicuramente avrà sofferto
davanti alle situazioni sbagliate, ma ne avrà
approfittato per modificare o per capire. Artisticamente poi
bisogna avere l'intuizione giusta, non basta più il
talento. Quella dell'attore è una professione molto
complicata ed in Italia siamo in pochissimi a
saperlo».
- Cosa legge?
«Tutto quello che mi capita. In particolare i
racconti di cronaca, la vita ha sempre più fantasia
di noi. Capita che si legga una cosa incredibile di cronaca
e nasce il personaggio. Non riesco più a leggere un
libro intero. Ho letto tanto, i grandi maestri in
particolare. Oggi non ho più tempo: ho troppi copioni
e questa è una grave mancanza, ma purtroppo oggi
nella vita bisogna specializzarsi per continuare a dare
qualcosa».
- Qualche hobby?
«Il mio lavoro. E il più bel lavoro del
mondo il mio. Per questo io dico a tutti: sceglietevi un
lavoro che vi piace, altrimenti quello diventerà una
condanna. Io ci sono riuscito e mi ritengo fortunato
perché questo era quello che volevo fare, l'ho fatto
e mi è anche riuscito bene, proprio perché
ancora da quarant'anni non faccio che studiare e
prepararmi».
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