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Roberto Pinochi
Napoleone Melani è
stato il primo, grande albergatore dei Bagni di Montecatini
e uno dei padri dell'ospitalità termale a cavallo tra
'800 e '900. Era figlio di Elisa Valiani, i cui genitori
Giuseppe e Carlotta avevano gestito la Locanda Maggiore per
molti lustri fino circa al 1880. Aveva poi stretto ancora di
più il suo rapporto con Montecatini sposando una
ragazza schiettamente bagnaiola, Italia Silvestri, proprio
nella città delle acque nel 1881. Dalla metà
degli anni '80 assunse in prima persona la gestione della
Locanda Maggiore, che terrà per oltre un
ventennio.
Innumerevoli e originali le sue iniziative per movimentare
la vita del paese, allora alquanto sonnolenta nonostante la
grande affluenza estiva nei circa trenta alberghi e
altrettanti affittacamere esistenti. Manca un teatro, o
meglio esiste solo una angusta arena estiva chiamata
Santarelli dal nome del suo proprietario pesciatino, e
allora Napoleone ne organizza uno, il Teatro delle
Varietà nel giardino della Locanda Maggiore, con
ballerine e prestigiatori, ma anche con cartelloni di opere
liriche come il Don Pasquale; la stagione si esaurisce con
l'estate, e allora lui promuove una convenzione con i
Ministeri, e a settembre e ottobre Montecatini si affolla
degli impiegati civili del Regno, ospitati alla Locanda e
curati alle Terme con sole sei lire tutto compreso; manca la
luce elettrica, lui la introduce nelle 200 camere del suo
albergo e nel teatro, ma anche a sue spese sul viale del
Tettuccio, non ancora Verdi, organizza pranzi e cene con
sapienti menu per ogni ricorrenza, nei quali ospita Grocco e
Casciani, Verdi e Baragiola, Simoncini e Fedeli; a
Montecatini manca un giornale che stuzzichi la
curiosità degli ospiti con le notizie dalle terme, e
lui ne fonda uno, il Tettuccio, poi Corriere dei Bagni, dove
si elencano insieme a pettegolezzi e vignette anche i nomi
degli ospiti, illustri o meno noti, degli alberghi
montecatinesi; a Montecatini Alto arriva la funicolare nel
1898, e subito Napoleone ci impianta un ristorante, lo
Chalet Melani, in legno, che diventa un'attrattiva per il
Castello e che ospiterà anche Verdi (salvo poi
bruciare completamente nel 1904 probabilmente a seguito di
un atto doloso); la Grotta Giusti affascina Verdi, che gli
consiglia di assumerne la gestione, e lui si getta a
capofitto anche in quest'altra operazione. E poi Melani
gestisce coi suoi fratelli Vittorio e Jacopo i ristoranti di
molte stazioni ferroviarie italiane, commercia in vino,
spumante, cognac, infiasca e spedisce l'acqua termale del
demanio. La sua figura massiccia e bonaria, l'eterno mezzo
sigaro in bocca fanno ormai parte del panorama
montecatinese. Alla Locanda Maggiore scendono Tamagno e
Fregoli e un'infinità di deputati e senatori del
Regno. Ma qualcosa comincia a cambiare, specialmente dopo
che all'inizio del secolo arriva a Montecatini la potente
Società milanese dei Grandi Alberghi Spatz e Suardi,
che acquista il Grand Hotel La Pace, e poi, nel 1904, anche
la gestione della Locanda Maggiore.
Melani comincia a disamorarsi, gli viene respinto un
progetto per creare un imponente albergo a Montecatini Alto
col pretesto di un pericoloso spostamento delle mura. Allora
si getta in altre inziative fùori Montecatini,
gestisce prima le Terme di Porretta reduci da un
fallilnento, poi quelle di San Giuliano, infondendo ovunque
grandi speranze e aspettative. Continua a gestire il
Ristorante e Albergo Globo a Pistoia, che è la
città dove è nato e dove morirà a soli
59 anni nel 1917.
Il neonato Comune dei Bagni di Montecatini nel 1908 gli
aveva conferito la cittadinanza onoraria, forse per riparare
agli screzi degli ultimi tempi. Al pranzo di festeggiamento
partecipa suo figlio, l'avvocato Raffaello. Napoleone
tornerà qualche volta a rivedere con nostalgia la sua
Locanda, che ha ingrandito e abbellito nel corso di
vent'anni, sempre accolto dagli ospiti vecchi e nuovi come
un caro amico, che tutti rimpiangono per la
generosità e l'affabilità innate.

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